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L'unione sarda. I divorziati nuovi poveri

In aumento le richieste di gratuito patrocinio nelle cause contro le mogli

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Padri di famiglia con un matrimonio fallito alle spalle. È questa la categoria dei nuovi poveri. Anche in città cresce la percentuale degli uomini divorziati che a seguito della separazione sono costretti a vivere in condizioni difficili.
PROBLEMA La categoria dei poveri si allarga e annette nuovi personaggi, talvolta insospettabili. Sono uomini con un lavoro fisso, proprietari dell'abitazione di residenza, padri di famiglia che hanno sempre condotto una vita dignitosa. A metterli in ginocchio non è la crisi ma una causa di separazione coniugale. Ciò che li accomuna è l'impossibilità a continuare a condurre una vita economicamente autonoma e dignitosa dopo il divorzio. Non importa che siano operai, impiegati o piccoli imprenditori, il loro reddito è quasi integralmente impiegato per il sostentamento dei figli e della ex-moglie e pertanto non è più sufficiente al soddisfacimento delle proprie esigenze, talvolta anche quelle più elementari.
TESTIMONIANZA «Vivevo con mia moglie e i miei due figli in una casa di proprietà con un mutuo da pagare, ma che nonostante tutto affrontavo senza problemi - dice Luigi, 49 anni, nuorese - poi dopo mesi di continue litigate in famiglia, decisi di andare a vivere da solo, ma è veramente difficile. Sono un impiegato e pertanto dispongo ogni mese di un reddito certo, tuttavia un terzo delle mie entrate è destinato direttamente ai miei figli e alla mia ex-moglie mentre un'altra cospicua parte è riservata al pagamento del mutuo. In queste condizioni è ovvio che ciò che mi rimane sia ben poco per potermi permettere un alloggio indipendente, tant'è che sono stato costretto a tornare a vivere nella casa dei miei genitori. Ringrazio che loro ci sono ancora, altrimenti non avrei saputo come fare».
SENZA CASA Luigi è solo uno dei tanti uomini divorziati nuoresi che attualmente versa in queste condizioni di precarietà economica derivata. Infatti, usualmente, in sede di separazione la casa coniugale viene attribuita al genitore affidatario dei figli, che è quasi sempre la donna, mentre al capo famiglia che prima provvedeva al sostentamento del nucleo familiare viene imposto un assegno mensile di mantenimento. In questo modo l'uomo oltre a perdere la casa e a dover mantenere moglie e figli, è costretto a pagare doppie bollette, doppi affitti e doppie spese ordinarie.
L'AVVOCATO «Le cause di separazione che affrontiamo - dice l'avvocato Priamo Siotto, presidente del consiglio dell'Ordine - sono tendenzialmente in aumento e con esse anche le richieste di gratuito patrocinio mediante il quale le spese legali sono interamente a carico dello Stato. Ciò sta ad indicare lo stato di difficoltà economica attraversato da molti dei separandi».
Simone Tatti

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