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L'unione sarda. Medde: «Ma Roma dimentica il dramma che vive questa terra»

IL SINDACATO. Le riflessioni del numero uno della Cisl regionale

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A Roma hanno risolto lo stallo sull'elezione del capo dello Stato, ma in Sardegna non cambia una realtà drammatica: «Quasi 30.000 lavoratori inseriti nel sistema degli ammortizzatori sociali in deroga, 120.000 circa nel 2013 le persone che utilizzeranno tutta la varietà degli ammortizzatori sociali», elenca il segretario generale della Cisl Mario Medde, «400.000 persone al di sotto della soglia di povertà, il 22,7% della popolazione a rischio povertà, un tasso di disoccupazione al 16,2%, quasi un giovane su due tra gli attivi è disoccupato».
Numeri che identificano un dramma sociale di un'Isola «ancor più dimenticata - sottolinea il leader sindacale in una nota - nella crisi più profonda e pericolosa delle istituzioni e della politica nazionale». Nel frattempo, «con cinque mesi di esercizio provvisorio e con le difficoltà a tutti note, la Regione offre un contributo fondamentale al declino produttivo e sociale dell'Isola».
Si avvicinano le ricorrenze fondamentali per la Repubblica e per i lavoratori, il 25 aprile e il Primo maggio, con «una situazione difficilissima per il mondo del lavoro e per i sardi. Mancano pochi mesi alla conclusione della legislatura regionale - prosegue Medde - e neppure le riforme necessarie a riformare le istituzioni sono state messe in campo, disattendendo così le scelte fatte dai sardi nel referendum, e contribuendo alla disaffezione dei cittadini verso le istituzioni e la politica».
In un simile scenario «di grande drammaticità sul versante sociale ed economico», conclude il segretario, «ancora una volta il sindacato sardo lancia un appello, dopo diverse manifestazioni e proposte di cambiamento, perché almeno i governanti sardi assumano comportamenti e iniziative all'altezza della sfida posta dalla crisi economica e da uno Stato lontano dai problemi della Sardegna».

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