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L'unione sarda. Si stringe il cerchio attorno ai killer

IL DELITTO DI DINA DORE. L'inchiesta a una svolta. Sentiti suocera, sorella e, nella notte, anche il marito

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Svolta imminente nell'inchiesta sull'omicidio di Dina Dore. Il cerchio attorno ai killer della giovane madre di Gavoi uccisa 4 anni fa nel garage di casa si è stretto al punto che già nelle prossime ore potrebbero esserci clamorosi sviluppi. Da ieri il procuratore capo della Dda di Cagliari Mauro Mura e il suo sostituto Danilo Tronci sono nel paese barbaricino, dove sino a tarda sera hanno interrogato personalmente (senza assistenza legale) due giovani del paese che non erano stati mai ascoltati prima. Una volta finiti i faccia a faccia i magistrati non sono ripartiti per Cagliari, ma hanno pernottato a Gavoi. E anche questo è un segnale preciso che qualcosa di molto importante sta per accadere.
NUOVI SVILUPPI Perché questa improvvisa accelerazione? Recentemente pare siano saltati fuori nuovi nomi di indiziati. Una fonte confidenziale? Tutto è possibile, anche perché non è certo la prima volta che accade: in questi anni agli investigatori sono arrivate molte segnalazioni anonime in cui si indicavano persone e piste precise (una portava in Ogliastra). Soffiate che non hanno però mai superato la prova dei riscontri scientifici, primo fra tutti la comparazione del dna maschile trovato sullo scotch usato per soffocare la vittima. Questa volta, invece, potrebbe essere quella buona.
GLI INTERROGATORI Accompagnati dai dirigenti delle Squadre Mobili di Cagliari e Nuoro, Leo Testa e Fabrizio Mustaro, i due magistrati cagliaritani hanno voluto sentire personalmente anche alcuni familiari della donna aggredita nel garage di casa la sera del 26 marzo 2008 e poi morta soffocata all'interno del bagagliaio della sua auto, dove era stata rinchiusa dopo essere stata letteralmente mummificata con dello scotch che le avvolgeva il volto impedendole di respirare. Tra loro anche la sorella Graziella e - a sorpresa - l'anziana suocera.
IL MARITO Interrogato nella tarda serata anche il dentista Francesco Rocca, marito della vittima. Dallo strettissimo riserbo tenuto dagli inquirenti è trapelato poco. Ma ormai l'ipotesi principale non è più il sequestro di persona finito male, bensì quella di un omicidio compiuto su commissione. E il sospetto è che i tre banditi che hanno aggredito e ucciso Dina Dore davanti alla figlioletta di 8 mesi, abbiano poi creato una messa in scena per depistare le indagini. Gli inquirenti sono anche convinti che i malviventi fossero già all'interno della casa di via Sant'Antioco quando la vittima arrivò verso le 18,30. E dato che non c'erano segni di effrazione potrebbero addirittura aver avuto a disposizione la chiave. Ieri le indagini sono entrate in una fase decisiva e - per la prima volta da 4 anni - i killer sembrano avere davvero le ore contate.
Massimo Ledda

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