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L'unione sarda. MAMOIADA. Il sindaco «Ora ho paura dopo la fucilata sulla mia casa»

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«Non minimizzo niente, il fatto ha tutta la sua gravità». Parole del sindaco di Mamoiada Graziano Deiana il giorno dopo quella fucilata esplosa sul muro della sua casa nel tardo pomeriggio di venerdì quando il paese invaso dai turisti festeggia la prima giornata di “Tappas”, manifestazione legata all'Autunno in Barbagia.
LA SERATA Deiana, sindaco di Rifondazione, già vittima di un attentato qualche anno fa, convalescente dopo un intervento chirurgico, venerdì è nel soggiorno di casa con la moglie, la figlia, la suocera. Gli amici vanno e vengono. D'improvviso la fucilata, raggiunge la parete a fianco alla finestra del soggiorno dove la luce è accesa e la finestra, chiusa, non ha protezioni. «Abbiamo pensato a un petardo, eravamo tranquilli. Non è che qui si vive sul chi va là». Un attimo dopo la verità è un'altra.
PREOCCUPAZIONE Una spiegazione possibile? «Se l'avessi vivrei in sicurezza. La mia casa è sempre aperta, lavoro in campagna, torno di notte». Preoccupato? «Ogni tipo di violenza, anche piccola, che colpisce una persona nei suoi affetti e nelle sue proprietà è un'offesa grave che addolora». Qualche atto amministrativo può spiegare la vicenda? «Qui non abbiamo piani urbanistici con interessi più o meno occulti». Cosa farà? «Devo riflettere, dopo questo momento di dolore prenderò una decisione che riguarda l'intero paese. C'è sofferenza per il susseguirsi di cose che offendono le persone, al di là della gravità degli atti». Pensa di lasciare? «Penso molte cose sul futuro mio e del paese, ma preferisco non dirle».
SOLIDARIETÀ «Auspico che i responsabili siano assicurati quanto prima alla giustizia e che il sindaco possa proseguire serenamente l'attività di servizio alla collettività», dice il governatore Ugo Cappellacci. Il capogruppo Luciano Barone a nome della minoranza consiliare esprime «piena e incondizionata solidarietà al sindaco e alla famiglia», parla di «atto incivile e criminale» che non può «appartenere ad una comunità matura e democratica come la nostra vuole essere». «Ci sentiamo tutti offesi», commentano Antonio Mele e Pina Ladu per Pro loco e associazione Beccoi. ( m. o. )

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