Partecipa a labarbagia.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

L'unione sarda. Finanziaria, vacilla la Giunta

Maggioranza salva per un pelo dopo il no del Psd'Az nella prima votazione Decisiva l'astensione degli ex Pdl. Pittalis: «Ora gli assessori siano più presenti»

Condividi su:

Sorpresona: non lo sapeva nessuno, ma ieri stava per finire la legislatura regionale. Un po' per caso, va detto. Accade in un attimo, il tempo di votare in Consiglio regionale il passaggio agli articoli della Finanziaria. Solo 35 sì, contro 31 no e 5 astenuti: maggioranza salva per quattro voti.
Se lo scrutinio avesse dato esito negativo la manovra sarebbe morta lì, e - esauriti i mesi di esercizio provvisorio - si sarebbe andati verso lo scioglimento del Consiglio (qualcuno contesta l'automatismo: ma di fronte a un segnale politico devastante, probabilmente la Giunta ne avrebbe comunque «tratto le conseguenze», come si suol dire).
I SARDISTI È soprattutto il no del Psd'Az a trasformare la votazione, passaggio obbligato verso l'esame dei singoli articoli, in una corsa sul filo del rasoio. Invece per impedire il naufragio del centrodestra sono decisive le astensioni di quattro quinti del gruppo Sardegna è già domani, formato in gran parte da ex Pdl passati all'opposizione (Mario Diana, Nanni Campus e la presidente Claudia Lombardo: con loro Massimo Mulas dell'Upc, oltre a Efisio Arbau della Base che però ha votato no).
«Siamo all'opposizione, perché vi stupite che abbiamo votato contro?», chiede a cose fatte il capogruppo dei Quattro Mori Giacomo Sanna ai giornalisti: «Faremo opposizione dura su tutta la legge». Senza i cinque sardisti la maggioranza - che a inizio legislatura contava su 53 consiglieri su 80, ma aveva già perso pezzi - scende a 44 voti. Ma stavolta pesano le assenze di molti assessori-consiglieri: «Di solito il passaggio agli articoli non avviene subito dopo la discussione generale», minimizza il capogruppo Pdl Pietro Pittalis, «perciò molti non sapevano di dover votare. Certo, nei prossimi giorni gli assessori dovranno stare in aula».
L'OPPOSIZIONE È paradossale che a salvare la Giunta Cappellacci sia la scelta di Mario Diana che in aula, poco prima del voto, era stato durissimo sulla manovra e soprattutto contro il governatore. Fino a rivalutare Renato Soru, che aveva appena parlato: «Anche lei ha iniziato la campagna elettorale», aveva detto Diana all'ex presidente, «ma in modo più elegante di Cappellacci, che si è già ricandidato per il centrodestra. Spaventando me e molti altri».
Soru aveva respinto qualsiasi «larga intesa» in Sardegna, tracciando un bilancio severissimo della legislatura: «Avete sprecato le nuove entrate, perduto la continuità territoriale. Il sole e il vento dell'Isola non producono energia a vantaggio di tutti, ma ingrassano le mafie. Le presenze turistiche nel 2012 sono crollate del 16%: in altri anni, non so cosa si sarebbe detto».
Le critiche dell'opposizione alla Finanziaria sono enunciate dal controrelatore Franco Sabatini (Pd): «Sul patto di stabilità avete sbagliato tutto, e respingete le nostre proposte operative. Come la riduzione dell'Irap alle imprese e l'esclusione dai vincoli di stabilità dei 580 milioni dei fondi agli enti locali». Temi approfonditi, sempre nel Pd, dal capogruppo Giampaolo Diana, da Gian Valerio Sanna e molti altri. Ma ripresi anche dal resto dell'opposizione, da Daniele Cocco di Sel allo stesso Arbau (in sardo) fino all'ex Idv Adriano Salis.
IL CENTRODESTRA Poche, pochissime le voci della maggioranza. Il relatore Pietrino Fois (Riformatori) se la prende «col patto di stabilità che strangola il bilancio: ma la manovra garantisce più equità e attenzione al lavoro». Tra i capigruppo parla per tutti Giulio Steri (Udc): «Noi ci confrontiamo su cose serie, e lo faremo anche sulla Finanziaria. Gli inciuci li lascio a chi ne parla. Ma non si parli di mafia sui temi dell'energia: certe autorizzazioni risalgono alla scorsa legislatura».
L'assessore al Bilancio Alessandra Zedda difende la Giunta su entrate e patto di stabilità: «Abbiamo dialogato con lo Stato, poi di fronte alle mancate risposte abbiamo avviato i ricorsi. Il fondo enti locali fuori dal vincolo di stabilità? Sono state già avanzate proposte concrete al governo. Quanto all'Irap, il nostro Statuto consente sconti fiscali solo per le nuove imprese. Ma ascolteremo l'opposizione per migliorare la Finanziaria».
Fuori dal dibattito, il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni parla di una manovra «strozzata dal patto di stabilità» e vede «le riforme come unica via per risorgere: taglio di Province, cda degli enti e consorzi industriali, e una sola Asl».
Giuseppe Meloni

Condividi su:

Seguici su Facebook