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L'unione sarda. Caso Crisponi, è scontro

PROVINCIA. L'assessore regionale: assenze per motivi istituzionali

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Non bastano due sedute del consiglio provinciale. Servirà anche la terza, il 13 maggio, per decidere sulla richiesta di decadenza dall'incarico di Luigi Crisponi. Ieri l'assessore regionale al Turismo, esponente dei Riformatori, eletto come leader del centrodestra in Provincia dove diserta le 30 sedute del 2012, spiega pubblicamente i motivi istituzionali che lo allontano dal palazzo di piazza Italia senza però dimenticare l'impegno per il territorio. Attacca la presidente del Consiglio Daniela Forma che porta il caso in aula. Ma, benché i colleghi siano trasversalmente dalla sua parte - compreso il presidente Roberto Deriu - a eccezione di tre consiglieri di maggioranza, deve ancora pazientare. Al momento del voto c'è una diserzione in massa. Senza numero legale d'obbligo il rinvio.
L'ASSESSORE Crisponi spiega di aver rinunciato ieri alla seduta della giunta Cappellacci e al dibattito in Regione sulla Finanziaria. Aggiunge che le sue assenze hanno esclusivamente motivazioni istituzionali perché le sedute nuoresi si svolgono in giornate che coincidono con i suoi impegni da assessore. «Lo specchio di questa azione riporta a vecchie questioni della politica», dice prima di richiamare norme di legge e sentenze, dal Consiglio di Stato alla Cassazione. «Il Consiglio non va chiamato a votare, non poteva farlo l'altra volta per Tore Borto, né può farlo per me perché la decadenza va presentata al Tribunale civile. Questa non è la sede competente». E poi: «Il Consiglio di Stato prevede la decadenza per futili motivi o inadeguati rispetto all'incarico. L'esigenza di rappresentare questo territorio è tra i futili motivi?». Ancora: «È una delibera illegittima, la impugnerò».
IL DIBATTITO Uno ad uno - nel nome della volontà popolare - i consiglieri ripetono la contrarietà alla decadenza a parte Massimiliano Vacca, Antonio Arbau e Giuseppe Buffoni che richiamano invece il rispetto delle regole. Alcuni propongono il ritiro della delibera. Lo chiede anche Deriu con un intervento molto duro verso Daniela Forma. Entrambi sono del Pd, ma la contrapposizione è netta.
LA CONTRAPPOSIZIONE «Chiedo la verifica dell'istruttoria di questa delibera che deve indicare una dichiarazione di volontà. Che vuole dire una delibera aperta?», dice Deriu. «Non è in nostro potere mettere in discussione il mandato elettivo dei singoli, chiedo che la conferenza dei capigruppo affronti la situazione, evidentemente non ha fatto il lavoro che doveva», dice in aula. E fuori aggiunge: «In un momento difficile, mentre le imprese aspettano di essere pagate, si perde tempo a discutere questioni di lana caprina anziché occuparsi di approvare il bilancio consuntivo». I conti sono nell'ordine del giorno, incagliato però sul caso Crisponi.
NUMERO LEGALE Daniela Forma replica a tutti: «Il procedimento è stato ampiamente verificato, non c'è nessuna debolezza nell'istruttoria. Leggo il parere della direzione generale». Lei richiama lo statuto, decreti e altre norme. Ma dopo la sospensione chiesta da Deriu resta sola in aula. «Al posto di votare la legittimità o meno delle giustificazioni presentate da Crisponi e chiudere la questione archiviandola - commenta - i consiglieri decidono di contestare la procedura e si sottraggono al voto. Ancora più imbarazzante è che sia stato il presidente della Provincia a richiedere la sospensione. Non so se abbia ritenuto utile offrire il fianco per una ulteriore perdita di tempo stante la necessità di approvare il rendiconto 2012. Queste lungaggini sono una perdita di tempo che non giova a nessuno. Invito a smettere di strumentalizzare questa vicenda che davanti ai problemi lascia veramente il tempo che trova».
Marilena Orunesu

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