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L'unione sarda. Trasporto pubblico a rischio

L'Arst e le altre aziende che operano nell'Isola hanno problemi di liquidità: stipendi in forse

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La Regione chiude i rubinetti e il trasporto pubblico locale rischia il collasso. Dallo scorso dicembre l'Arst, l'azienda regionale del trasporto, non riceve i fondi necessari per stipendi e fornitori, e con i tagli annunciati dalla nuova Finanziaria si prevedono riduzioni ai servizi e licenziamenti.
DENUNCIA L'allarme arriva dalla Uil trasporti dopo l'incontro della settimana scorsa con i vertici della società di trasporto di proprietà della Regione. «Secondo le ultime notizie sono a rischio gli stipendi dei dipendenti già a partire da questo mese e, se non verranno pagati i fornitori, temiamo che si arrivi al blocco dell'azienda», spiega il numero uno della Uilt sarda, Pierfranco Meloni. I fondi regionali sono infatti fermi al 31 dicembre, e senza liquidità l'azienda di trasporto si è indebitata con i fornitori di gasolio. «Abbiamo paura che si possa ripetere in Sardegna quanto successo a Napoli, con gli autobus fermi per mancanza di carburante». Dalla sede regionale dell'Arst, in via Zagabria a Cagliari, però, fanno sapere che la Regione sta valutando proprio in queste ore la questione. «Abbiamo chiesto che si trovi la soluzione, individuando un modo per pagarci senza incorrere nei vincoli europei e del Patto di stabilità», dicono.
TPL Il problema dei fondi, però, è di dimensioni maggiori e riguarda tutto il trasporto pubblico locale. «Se saranno confermati i tagli dei finanziamenti al settore con la legge Finanziaria regionale, ovvero 45 milioni in meno rispetto ai 225 finora erogati, ci saranno tagli a servizi e quindi al personale», continua Meloni. «La Sardegna potrebbe perdere circa 800 posti di lavoro di cui non pochi riguardano le piccole imprese di trasporto private, per le quali non è prevista nemmeno la cassa integrazione». Il taglio si aggira intorno al 20% e riguarda tutto il comparto. Prima di tutto l'Arst che con 2.200 mila dipendenti è l'azienda più grossa. A seguire tutte le altre società municipali di gestione del trasporto pubblico locale, come il Ctm di Cagliari (con 800 lavoratori) e l'Atp di Sassari (300 dipendenti) e di Nuoro (quasi 200 posti) e l'Aspo di Olbia (100 persone), oltre alle tantissime ditte private per un totale di circa 5 mila buste paga. La preoccupazione è condivisa anche dall'Arst: «Confidiamo che si trovi la soluzione altrimenti dovremmo tagliare servizi e corse», fa sapere l'azienda, «e questo in un momento di crisi economica in cui i servizi pubblici hanno ritrovato smalto: oggi chi può evitare di prendere la propria auto usa i mezzi pubblici. Lo dimostrano i dati di crescita dei viaggiatori».
PROTESTA Il sindacato vuole capire quale sarà il futuro del trasporto pubblico locale della Sardegna: «Siamo preoccupati, useremo tutte le forme di proteste e anche la piazza», tuona Meloni. Intanto le sigle hanno chiesto un incontro al presidente Cappellacci, ad interim anche assessore ai Trasporti, perché «vogliamo conoscere la sua posizione. Se la Regione non è capace di sostenere il sistema ci deve dire come dovrà funzionare il comparto, come dovrà essere razionalizzato e ridimensionato».
Annalisa Bernardini

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