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L'unione sarda. Nube misteriosa, due indagati

Avviso per Paolo Clivati e un caporeparto di Ottana Energia

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La mail dello Zooprofilattico è arrivata alle 11 del mattino e già due minuti dopo il sindaco firmava l'ordinanza. Via i sigilli dalle aziende agricole e dai pascoli dei 500 ettari tra Ottana e Noragugume che il 15 aprile scorso sono stati coperti dalla nube nera. «I residui chimici nel latte sono ben al di sotto dei limiti di legge», spiegano dai laboratori dell'istituto di Sassari dove sui due campioni a disposizione dei tecnici sono state cercate in particolare tracce di diossina e pcb, ovvero policlorobifenili, sostanze inquinanti che derivano dalla combustione. Intanto la Procura di Nuoro ha disposto un accertamento tecnico irripetibile sui campioni di polvere e latte: oggi il perito del tribunale eseguirà i prelievi. Saranno presenti anche i legali dei vertici della centrale elettrica: ieri Paolo Clivati, patron di Ottana Energia, e il caporeparto Mario Tatti sono stati iscritti nel registro degli indagati.
I VALORI A NORMA È sulla centrale elettrica e sul boato udito nella notte di domenica 14 aprile, infatti, che si sono concentrate le indagini del nucleo investigativo della Forestale (inchiesta coordinata dal sostituto Andrea Vacca). Venerdì scorso, l'Arpas aveva comunicato i risultati dei test sui campioni di polvere nera: tracce di idrocarburi. Risultati parziali, era stato sottolineato dall'agenzia per l'ambiente - mentre l'attesa diventa infinita, passano i giorni e pure le settimane. Ieri il referto sul latte. «Almeno per ora - puntualizzano dallo Zooprofilattico - non ci sono conseguenze sanitarie sugli allevamenti e sulla filiera agroalimentare della piana di Ottana». Diossina e pcb a norma, insomma (è un regolamento europeo che stabilisce i limiti di legge per la commercializzazione degli alimenti ndr ).
SOS ALLA REGIONE «E adesso chi paga?». Ieri, già prima di mezzogiorno il sindaco Michele Corda aveva avvisato tutti gli allevatori. «Potete consegnare il latte, questo ho detto loro. Ora bisognerà attendere l'esito delle indagini della Procura e i test dell'Arpas, ma il risultato delle analisi fatte dallo Zooprofilattico ci dice che il sequestro delle aziende poteva essere evitato - sottolinea il primo cittadino di Noragugume -. Occorre pensare immediatamente al risarcimento dei danni subiti dai pastori. Contatterò la Regione che, in attesa di capire chi è il responsabile dell'accaduto, dovrà farsi carico delle anticipazioni».
LA PECORA E L'AUTOPSIA Ieri pomeriggio i pastori sono andati in Municipio per ritirare la copia dell'ordinanza: dovranno mostrarla al conducente del camion del latte. Oggi è giorno di consegna e, per la prima volta dopo due settimane, non passerà l'autobotte che ritirava il prodotto destinato allo smaltimento come rifiuto. «Ma adesso chi me lo ripaga tutto ciò che ho perso?». Dario Demuru, 50 anni, quattro figli, alleva le sue sessanta pecore in uno dei pascoli investiti dalla nube nera. Sessanta meno una. Era suo, infatti, il capo ovino prelevato lunedì dalla Forestale e consegnato ai laboratori di Anatomia patologica dell'istituto zooprofilattico di Nuoro. Disposizione della Procura che ha ordinato il sequestro di una pecora per ogni allevamento (animali con problemi respiratori), l'abbattimento e i successivi esami sulla carcassa. Lo Zooprofilattico riferisce l'esito dell'autopsia nel comunicato di ieri: la pecora era «affetta da fasciola hepatica, malattia parassitaria diffusa nella zona».
LE ANALISI DI PARTE I pastori potranno conferire il latte. «Almeno per ora - viene puntualizzato dallo Zooprofilattico - non ci sono conseguenze sanitarie sugli allevamenti». Il fatto è che a quasi venti giorni dall'inizio di questa storia e nell'attesa infinita dei referti dell'Arpas - il paradosso è che occorre attendere, aspettare, vedere come va a finire. Insomma, le pecore rivestite di polvere nera brucano l'erba inzaccherata di idrocarburi. Pascola oggi e pascola domani, magari il risultato dei test alla lunga cambia. Fin dal primo momento gli avvocati degli allevatori hanno dato incarico ai loro consulenti per i prelievi e gli esami di laboratorio. «Per il momento - spiega Gianmario Pilatu, legale di uno dei pastori - i nostri esperti hanno confermato la presenza di idrocarburi. Ma è vero che per avere un quadro completo sulla eventuale intossicazione del latte e della carne non si può prescindere dai tempi di assimilazione». Ieri pomeriggio la protesta degli avvocati Argiolas e Baralla, che rappresentano altri allevatori: «Lo Zooprofilattico non ci ha consegnato copia dei risultati degli esami».
Piera Serusi

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