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La nuova sardegna. Primarie, nell’isola le guerre di Pd e Pdl

Lai annuncia la nascita dei comitati pro Bersani e apre le iscrizioni on line. Nizzi convoca i coordinatori provinciali «Alfano sveglia!» Cossiga su Twitter apre il dibattito

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«Cambiare. Chi vuole, vota; chi non vuole, non vota; chi vuole e non vota è un vile. Ma il cambiamento è Grillo? O Renzi? Angelino sveglia!!!». Con queste poche righe Giuseppe Cossiga (nella foto) ha inaugurato il proprio profilo su Twitter. Un “tweet”, il suo, tutto politico, dedicato alle primarie del Pdl e all’ansia di rinnovamento che viene espressa da molti dirigenti non berlusconiani doc. Il suo «sveglia» rivolto al segretario Angelino Alfano è stato subito interpretato in due modi. Il primo come incoraggiamento ad Alfano perché acceleri le proposte di cambiamento più volte annunciate ma mai formalmente presentate. Il secondo come una presa di distanze dal segretario nazionale. Infatti, indiscrezioni raccolte in ambienti parlamentari danno l’ex sottosegretario alla Difesa molto vicino a Guido Crosetto, che è uno dei possibili rivali di Alfano alle primarie di metà dicembre. Si aprirà su Twitter il dibattito nel Pdl sardo? E’ possibile. Frequentatore assiduo del social network è il vice capogruppo alla Camera Salvatore Cicu, che proprio nei giorni scorsi, pur non parlando di primarie, ha commentato il risultato siciliano sostenendo che la maggioranza degli elettori ha dimostrato «la necessità di credere in un nuovo progetto politico e non nell'antipolitica». Come dire: via al rinnovamento. Cicu viene dato come sicuro sostenitore di Alfano alle primarie.
di Filippo Peretti

CAGLIARI Oggi il Pd apre anche in Sardegna la registrazione degli elettori per le primarie del 25 novembre. Il Pdl è invece molto più indietro in vista delle sue prime elezioni interne: solo fra qualche giorno il coordinatore Settimo Nizzi ufficializzerà le operazioni concordate con il segretario nazionale Angelino Alfano. Dopo il voto siciliano, che non dà più a Pd e Pdl la certezza di essere i «maggiori partiti», la politica sarda si concentra sulle lotte intestine che decideranno – chi da una parte e chi dall’altra – i futuri equilibri nazionali. Nel Pd ieri una nota dello schieramento che sostiene il segretario nazionale ha reso noto che nell’isola p Comitati Bersani sono già 150 e sono composti da amministratori, dirigenti ed esponenti della società civile». Il segretario regionaler, Silvio Lai, a questo proposito ha affermato che «caratteristici alcuni comitati, come quello denominato “terzo settore con Bersani” che raccoglie esdponenti del volontariato e dell’associazionismo isolano, quello dei lavoratori dei trasporti “circolo don Pugliosi per Bersani” a Sassari e dei “lavoratori dell’arte per Bersani” a Cagliari ». Lai ha annunciato che tra una settimana Bersani sarà in Sardegna e che nel prossimo week-end ci saranno «iniziative aperte in tutte le città». Forti delle quattromila firme garantite al leader nazionale, i bersaniani sardi (quasi l’intero gruppo dirigente) cercano di contrastare i sostenitori di Matteo Renzi, tra i quali due consiglieri regionali, il parisiano-ulivista Gavino Manca e l’ex soriano Chicco Porcu. I bersaniani si stanno avvalendo anche dell’appoggio del movimento giovanile, guidato dal segretario Marco Usai. Un appoggio fondamentale proprio nel campo del rinnovamento, che viene chiesto a gran voce dai giovani democratici e che Bersani si è impegnato a garantire. La guerra nel Pd sardo si sta giocando con toni più basso che altrove. Forse perché nell’isola la quasi totalità dei big, schierata con il segretario nazionale, preferisce non fare polemiche che potrebbero favorire solo il rivale. E’ comunque una guerra decisiva, sia per il destino del partito, sia per i futuri assetti. Subito dopo le primarie verranno decise le candidature per le elezioni politiche con il pensiero a quelle regionali del febbraio 2014. E lo scontro maggiore sarà proprio sulla scelta del candidato governatore. Anche nel Pdl quasi tutti i big, benché divisi tra loro in diverse fazioni, sono schierati a favore del leader nazionale. Al momento a favore di Angelino Alfano si è pronunciato apertamente solo Settimo Nizzi. Nei giorni dell’annuncio del ritiro di Berlusconi e della candidatura di Alfano, il coordinatore regionale ha ringraziato l’ex premier per il «nuovo gesto di generosità politica» e ha assicurato l’appoggio al suo delfino. A favore di una totale discontinuità si era pronunciato il deputato Bruno Murgia. «Sono sempre di questa opinione – ha spiegato l’esponente dell’area di Alemanno – e sui candidati alle primarie mi pronuncerò quando saranno resi noti tutti i nomi. Al momento, per quello che vedo, sono decisamente su Alfano ma solo a condizione che garantisca un effettivo cambiamento di uomini e di metodi e metta nuove idee in campo, assicurando anche l’impegno sui problemi della Sardegna». Su Alfano è schierato anche il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, in sintonia, nel Pdl, con Salvatore Cicu e Piero Testoni. Il sostegno di Cappellacci avrebbe creato qualche problema tra i suoi rivali interni, ad esempio Mauro Pili, Fedele Sanciu e lo stesso Nizzi. L’impressione che se ne ricava è che, se non scenderanno in campo altri big nazionali, alla fine deputati e consiglieri regionali si schiereranno tutti con Alfano rinviando al dopo primarie le battaglie vere e più sanguinose, quelle per le ricandidature. L’incertezza è enorme. A differenza del Pd (che si è già dato regole sul rinnovamento), il Pdl si è sinora mosso nella massima discrezionalità del ristretto gruppo dirigente nazionale. Dopo le primarie, dovranno essere decisi i momi per la Camera e il Senato. E’ probabile che i sostenitori di Alfano sperino nella riconferma, ma tra loro ci sono parlamentari di lunga militanza (da Salvatore Cicu a Carmelo Porcu) che potrebbero rischiare la riconferma in caso di rigidi automatismi. Dopo la riunione di Alfano con i coordinatori regionali, Settimo Nizzi ha convocato i coordinatori provinciali per riavviare l’attività del partito in vista delle primarie di metà dicembre. Nei prossimi giorni dovrebbero essere rese note le prime iniziative. Non c’è sentore, sinora, di iniziative di carattere politico sulla ripartenza del partito a livello regionale. Al momento le diverse aree interne preferiscono muoversi in solitudine in attesa di capire meglio come si evolverà la situazione nazionale.

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