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L'unione sarda. Imu: casa sì, imprese no

Tassa sospesa solo sulle prime abitazioni, rinvio per i capannoni: non c'è copertura finanziaria. Problemi per la Cig: meno risorse

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ROMA Resta alta la tensione nella maggioranza. Nonostante gli sforzi diplomatici di Enrico Letta, sui temi caldi della giustizia e dell'Imu continuano le fibrillazioni con il Pdl. Quest'ultimo tema aggiunge ansie particolari. Ieri, dopo un incontro con Giuliano Amato dedicato alle tematiche Ue e alle riforme, il presidente del Consiglio ha riunito Angelino Alfano, Fabrizio Saccomanni e Enrico Giovannini. Il ministro dell'Economia relaziona su Imu e Cig. In sostanza dice: niente da fare per i capannoni, almeno per il momento, domani però il Consiglio dei ministri si riunirà per prendere le prime misure urgenti su Imu, Cig in deroga e stipendio dei ministri parlamentari. La tassa sarà sospesa solo sulle prime case. Per quanto riguarda le imprese, la questione «sarà affrontata in un secondo momento». Dall'Imu pagata da imprese e agricoltori lo scorso anno erano arrivati 6-7 miliardi di euro. Una cifra difficile da coprire in tempi così rapidi. Resta invece uno spiraglio ancora aperto per i fabbricati rurali. Che l'intervento per le imprese fosse una corsa ad ostacoli si era capito anche dalle parole del ministro per lo Sviluppo economico Flavio Zanonato: aveva riferito che l'intervento per i capannoni industriali poteva avere un costo intorno ai 1,5 miliardi di euro. Risorse che potevano aiutare solo una fetta della platea, forse le piccole imprese. Per la Cig invece si profila un intervento più basso del previsto. A fronte di un fabbisogno di 1,5 miliardi aggiuntivi stimato dai sindacati, si ipotizzano per ora risorse inferiori, per poi rimpinguare la dotazione con coperture più solide nei prossimi mesi.
Alfano capisce le ragioni del ministro dell'Economia, ma chiede che sia lui a spiegarle a Renato Brunetta. E così che Saccomanni lascia a piedi palazzo Chigi e per incontrare il capogruppo. L'incontro, giurano fonti di via dell'Umiltà, va bene. Ma poco dopo, il segretario del Pdl convoca ministri, sottosegretari e capigruppo per un vertice urgente, dettato - si dice - dalla necessità di spiegare le ragioni del mancato congelamento dell'Imu sui capannoni industriali e agricoli.
Ma Brunetta e Schifani gettano acqua sul fuoco. In un comunicato congiunto sdrammatizzano, assicurando che la riunione era già prevista. Di sicuro, precisano, non è un «gabinetto di guerra» sull'Imu. Anzi, al termine dell'incontro l'ex presidente del Senato nega che si sia parlato dell'imposta sulla casa, sottolineando di «fidarsi» di Letta.
Intanto arriva una buona notizia. Ieri primo via libera del Parlamento al decreto legge per sbloccare i crediti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese: la Camera ha approvato il testo con 450 sì, tra cui il parere favorevole di Sel e Lega, l'astensione del M5S e nessun voto contrario. Ora la palla passa al Senato dove però il provvedimento arriva blindato: «Per il governo si chiude qua», taglia corto il sottosegretario al Tesoro Alberto Giorgetti chiudendo all'ipotesi di ulteriori modifiche.
Il provvedimento sblocca 40 miliardi, tra il 2013 e il 2014 ,di pagamenti da parte della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese. Con una modifica approvata alla Camera si pongono le basi per un'ulteriore tranche: le nuove erogazioni potranno essere effettuate attraverso operazioni di tutti gli operatori finanziari, compresa Cdp.
L'obiettivo è di risolvere l'emergenza debiti verso le imprese. Sul fronte delle operazioni di pagamento il provvedimento esce da Montecitorio con termini perentori fissati per Comuni e Province (un mese dall'erogazione degli anticipi da parte del Tesoro) e la precisazione che anche le società in house devono far arrivare ai fornitori i pagamenti incassati dalle amministrazioni di riferimento.

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