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L'unione sarda. Dina e la fuga interrotta

Qualcosa ha disturbato i killer della donna

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L'inchiesta ha imboccato una strada precisa. Quattro anni dopo l'uccisione di Dina Dore gli inquirenti sono convinti di avere qualcosa di molto concreto in mano. La svolta è arrivata a metà ottobre, subito dopo il sopralluogo nel garage del delitto, in via Sant'Antioco a Gavoi: il fitto riserbo che circonda questa fase delle indagini non consente di conoscere i particolari ma è molto probabile che un anonimo abbia fatto rivelazioni importanti. Di lì la fibrillazione dell'ultima settimane con i nuovi interrogatori.
Il procuratore della Dda Mauro Mura, il sostituto Danilo Tronci e i dirigenti delle squadre mobili di Cagliari e Nuoro, Leo Testa e Fabrizio Mustaro, venerdì scorso hanno raccolto la testimonianza di numerose persone. A cominciare dalla sorella della vittima, Graziella Dore, che non ha mai creduto all'ipotesi di un sequestro di persona finito male per la reazione dell'ostaggio al momento del prelievo. Poi, a sorpresa, è stata sentita la suocera di Dina Dore: gli inquirenti le hanno fatto un mucchio di domande sullo stato patrimoniale della sua famiglia. Quindi sono stati interrogati tre giovani: la notizia non trova conferme ufficiali ma un ragazzo avrebbe fornito elementi utili alle indagini. Fatto sta che, subito dopo, alle 11 di notte, magistrati e poliziotti hanno convocato nel commissariato di Gavoi il marito di Dina Dore, Francesco Rocca, per un'ora di botta e risposta col pm Tronci e il commissario Testa. Il dentista ha definito quel colloquio con gli investigatori «molto diverso» dai precedenti, al punto da sentirsi «choccato e sorpreso».
Ma, al di là delle dichiarazioni rese dai vari testimoni, venerdì scorso c'era un certo ottimismo fra gli inquirenti al punto che, per alcune ore, si è avuta la netta sensazione che stesse per succedere qualcosa di importante. Del resto, il pm Tronci aveva deciso di rimanere a Gavoi insieme al dirigente della Mobile di Cagliari. L'indomani mattina, invece, sono rientrati tutti nelle loro sedi, annullando pure l'attività istruttoria già fissata. Impossibile saperne di più. L'unica cosa certa è che l'inchiesta sull'omicidio di Dina Dore pare essere finalmente arrivata a una svolta. Forse gli inquirenti stanno facendo luce su quanto successo nel garage dopo l'aggressione della donna davanti alla figlioletta Elisabetta di otto mesi: Dina Dore è stata colpita in testa, soffocata con lo scoth, sistemata dentro il bagaglio della sua auto con cui, evidentemente, i banditi avevano deciso di fuggire. Invece hanno lasciato la macchina nel garage, col corpo dentro. Che cosa li ha disturbati?
M. Francesca Chiappe

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