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L'unione sarda. In fuga con 70 agnelli, arrestati

Furto in un ovile di Buddusò: in manette due giovani di Nuoro e Orani

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Viaggiavano a tutta velocità - davanti l'auto di perlustrazione, dietro il furgone con settanta agnelloni rubati ammassati nel cassone - quando sono stati intercettati dai carabinieri e poi bloccati all'altezza del bivio di Lula sulla Bitti-Sologo. Mentre il conducente del furgone è riuscito a fuggire, in manette sono finiti gli occupanti della vettura: Massimo Pireddu, 24 anni, disoccupato di Orani, e il coetaneo Costantino Angheleddu, macellaio di Nuoro.
Erano le 13 quando i militari della stazione di Buddusò hanno chiesto l'intervento dei colleghi delle Squadriglie del Comando provinciale di Nuoro. Nell'azienda agricola di proprietà di Antonio Mura, 65 anni, allevatore residente nel paese della Gallura, i ladri avevano rubato settanta agnelloni. Un furto messo a segno in tarda mattinata, scelta insolita per gli abigeatari, ma in questo caso i tre sono andati a colpo sicuro forse per aver studiato bene le mosse del proprietario dell'azienda agricola.
Dopo la segnalazione da Buddusò, tutte le strade per la Barbagia e la Baronia sono state messe sotto controllo, finché i militari delle Squadriglie non hanno intercettato un furgone e un'auto sospetti sulla Bitti-Sologo. La vettura precedeva il cabinato a una certa distanza, per avvistare eventuali posti di blocco da evitare. È scattato l'inseguimento, una decina di chilometri fino all'altezza del bivio di Lula. Qui c'era un posto di blocco.
Allo stop i due mezzi si sono fermati, ma mentre i due giovani che viaggiavano sull'auto venivano arrestati, l'uomo che era alla guida del furgone è riuscito a fuggire. Inutile, almeno fino a sera, la perlustrazione delle campagne tra Lula e Bitti da parte dei militari. Del ladro di bestiame nessuna traccia. Quando i carabinieri hanno aperto i portelloni del furgone, davanti ai loro occhi è apparsa una scena terribile.
Settanta agnelloni ammassati dentro il cassone, letteralmente uno sopra l'altro dentro una scatola di lamiera surriscaldata. Dentro c'erano almeno quarantacinque gradi. Cinque povere bestie erano morte, le altre belavano disperate. Così, mentre decine di militari erano impegnati nelle ricerche del fuggitivo, i colleghi avvisavano la stazione di Buddusò che il carico era stato recuperato.

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