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L'unione sarda. Pub distrutto dagli incendiari

MAMOIADA. Ieri pomeriggio assemblea popolare. Il vicesindaco e l'appello al prefetto

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Dal nostro inviato
Piera Serusi
MAMOIADA I soldi per la multa dell'Ispettorato del lavoro glieli aveva dati in prestito un amico. Ben 1500 euro. «L'ho pagata mercoledì e non mi sembrava vero. Avrei potuto riaprire il mio locale, finalmente...». Clara Cardenia poggia le mani sul tavolo. Mani di lavoratrice. Un momento di pausa, in casa coi genitori e i fratelli, dopo una notte e una mattina passati davanti a ciò che resta del locale che aveva in gestione dal 23 dicembre scorso. Ceneri e tizzoni. E le lamiere annerite degli arredi in cucina. Il “Maps”, pub in stile inglese all'ingresso di Mamoiada doveva essere riaperto giusto domani e invece l'inaugurazione l'hanno fatta gli incendiari.
IL BLITZ Tutto è accaduto poco prima dell'una nella notte tra mercoledì e ieri. In paese pioveva a dirotto, ogni due minuti il rombo di un tuono. Prima di forzare la saracinesca del pub, gli incendiari hanno piegato l'occhio della telecamera dell'ingresso. Una volta dentro hanno cosparso liquido infiammabile sugli arredi in legno, poi sono entrati in cucina dove hanno spostato tavoli e elettrodomestici sistemandoli al centro della stanza. Il fuoco ha fatto il resto.
LA STORIA «Era un inferno». Clara Cardenia ha 35 anni, un diploma di maturità al liceo pedagogico di Nuoro e una specializzazione di chef de rang conquistata sul campo, in tanti ristoranti della Sardegna e della penisola. Ha lavorato anche coi genitori, il padre Francesco, 60 anni, e la mamma Luciana Balia, di 55, che da otto lustri gestiscono una pasticceria in paese. Ora ha un impiego al Cup di Nuoro, il centro di prenotazioni dell'Asl, ma il sogno era quello di un locale tutto suo, pizza musica letture teatro e arte. Un'idea che era piaciuta ai compaesani e ai tanti giovani che, da quando lei aveva preso in gestione il pub a dicembre, arrivavano al “Maps” ogni sera pure da Nuoro e dal circondario. Quella di domani, in realtà, doveva essere una riapertura, dopo lo stop arrivato poco prima di Pasqua con la visita degli ispettori del lavoro che per alcune irregolarità le avevano chiuso il locale. «Ero ricca solo di sogni. Ho cominciato senza un soldo, con 2.700 euro di spese fisse di gestione e di affitto. Ma stavo cominciando a lavorare bene, avrei regolarizzato presto il contratto dei collaboratori. E invece, niente. Mi è stato chiuso il locale e mi è arrivata un'ammenda molto pesante».
IL PRESTITO Mercoledì Clara è andata a dormire felice, aveva pagato la multa grazie a un amico che le ha prestato i soldi. Poco dopo la una è stata svegliata dalla sorella, poi la corsa col cuore in gola fino al pub che sembrava la bocca dell'inferno. C'erano i pompieri, i carabinieri e via via è arrivata tanta gente mentre dentro il locale le finestre esplodevano per il calore. Era proprio in questa zona, a poche decine di metri dal pub, che la notte del 28 aprile 2010 venne distrutta dalle fiamme l'autofficina di Antonio Sedda, carrozziere di 33 anni.
I DANNI Alle prime luci dell'alba, la conta dei danni: centinaia di migliaia di euro. L'incendio ha oltretutto compromesso la stabilità dell'edificio, una palazzina a due piani di proprietà dell'imprenditore Melchiorre Paddeu. I titolari dell'attività, invece, sono Andrea Meloni e Sandro Puggioni che avevano aperto il “Maps” nel 2006. «Chi ha dato fuoco al pub - avverte Clara - ha danneggiato tante famiglie».
L'APPELLO AL PREFETTO E adesso? «Io non mollo. Non so perché mi hanno fatto questo, ma non mi farò rubare il mio sogno da queste persone. Ora non ho più nulla, soltanto debiti. Pian piano li pagherò e riuscirò a riaprire il mio locale». Clara ha ricevuto tanta solidarietà, strette di mano, abbracci che danno conforto. Ieri pomeriggio, nell'auditorium del museo, l'assemblea convocata dall'amministrazione comunale con i commercianti e tutte le associazioni. «Ci rivolgeremo al prefetto per chiedere particolare attenzione per il nostro paese - annuncia il vicesindaco Francesco Golosio -. È necessario venga rafforzata la presenza delle forze dell'ordine». Tre lustri di pace dopo la faida che dai Settanta ai Novanta ha lasciato a terra tanti morti. Ma il tempo della serenità sembra finito. Negli ultimi anni qualcosa sta accadendo in questo paese dove furti, rapine, grassazioni, intimidazioni e attentati (tra gli obiettivi, tre volte, anche il sindaco Graziano Deiana che aveva presentato le dimissioni, poi ritirate) sono ormai all'ordine del giorno. Quanti avranno pensato di andare via. «Mai. Non si fugge», chiarisce Clara. «Sarebbe come dare un'altra botta al mio paese, che tante lezioni di civiltà e coraggio ha saputo dare».

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