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L'unione sarda. Il Papa il 22 settembre a Bonaria e al Porto canale coi cassintegrati

Ufficiale la data del pellegrinaggio, ieri confronto coi vescovi sardi

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Dal nostro inviato
Anthony Muroni
CITTÀ DEL VATICANO A settembre, il 22. Con l'arrivo al mattino presto e la ripartenza in tarda serata. «Il Papa ci ha chiesto se per noi andava bene. È interessante: invece di chiedere noi se andava bene per lui, lui ha chiesto se andava bene per noi», sottolinea, entusiasta, monsignor Arrigo Miglio. L'obiettivo principale è il pellegrinaggio devozionale alla Madonna di Bonaria, ma ci sarà tempo anche per gesti di carità e per il saluto ai fedeli che, è facile immaginare, arriveranno da tutta l'Isola per incontrarlo.
Papa Francesco, nel corso dell'incontro con i nove vescovi sardi che ieri hanno concluso la visita "ad limina", è stato ancora una volta affettuoso e coinvolgente. Ricevendoli nel suo studio dell'appartamento pontificio (prima ancora aveva salutato gli "emeriti" Tiddia e Meloni) - nel quale non è mai andato ad abitare, ma dove incontra le delegazioni -, ancora prima di confrontarsi sulle relazioni della Conferenza episcopale sarda, ha voluto ribadire le ragioni della sua scelta a favore della Sardegna, puntando molto sul legame tra Buenos Aires, sua città natale, e il santuario di Nostra Signora di Bonaria. I dettagli organizzativi dovranno ora essere messi a punto dalla Prefettura della Casa Pontificia e dal comitato che l'arcivescovo di Cagliari Arrigo Miglio costituirà già nelle prossime ore. Ma il Papa, nel corso del colloquio di ieri (iniziato alle 11 e terminato alle 12.20), ha tracciato il solco. Lo ha fatto col suo stile gioviale, lasciandosi andare a qualche battuta e apprezzando il dono dell'arcivescovo di Oristano Ignazio Sanna, che gli ha confezionato un'immaginetta sacra con l'effigie della Madonna e, sul retro, un passo del testamento della nonna di Bergoglio, che ricorda da vicino una preghiera.
LA VISITA A quanto si apprende monsignor Miglio sarebbe intenzionato a costituire due comitati: uno istituzionale e uno più operativo. L'ipotesi è che il Papa incontri il mondo del lavoro (ieri ha espresso solidarietà verso coloro che vivono particolari condizioni di disagio economico e povertà, condannando il feticismo del denaro da parte dei ricchi, a scapito dell'attenzione alla persona e ai poveri) nella zona del Porto canale, prima della Messa che celebrerà nel sagrato della basilica di Bonaria. Sono allo studio, inoltre, momenti di incontro con gli ammalati e i giovani.
LA CRISI Il resto dell'incontro è stato dedicato alla situazione della Chiesa sarda, ma non solo. Monsignor Miglio ha esposto i dati socio-economici della Sardegna, parlando dell'elevato tasso di disoccupazione, che riguarda soprattutto i giovani, senza scordare i cassintegrati, i precari, gli esodati. Facendo riferimento allo sconforto che, spesso, si impossessa di cittadini che si sentono trascurati dalle istituzioni.
LA CHIESA SARDA Dal punto di vista ecclesiastico il confronto è stato a tutto campo e il Papa ha invitato i vescovi sardi a una più intensa preghiera e a un maggiore impegno per le vocazioni: «Siamo partiti dall'analisi di come la fede viene vista oggi, di quanto si faccia fatica a cogliere la dimensione religiosa, visto che soprattutto sui media a prevalere è quella sociologica - riferisce monsignor Miglio - il Papa ci ha esortato a utilizzare un linguaggio e comportamenti che facciano invece emergere la presenza misteriosa del Signore. E poi a puntare molto sulla formazione, sia dei sacerdoti che dei laici, sui quali dovremo puntare molto». Nell'incontro dei giorni scorsi nella Congregazione del Culto divino si era parlato di feste patronali, processioni, Confraternite. «Anche perché, se è vero che registriamo un calo di presenze alle Messe domenicali, che è comunque inferiore rispetto a quello di altre realtà italiane - aggiunge Miglio - in Sardegna sia gli eventi della vita (battesimo, comunioni, cresime, matrimoni, funerali) che le feste patronali danno vita a celebrazioni che sono sempre molto partecipate».
VOCAZIONI Un altro capitolo è stato quello del Seminario regionale: «Esiste un generalizzato calo di vocazioni, anche se stiamo meno peggio di altri - aggiunge ancora il presidente della Conferenza episcopale sarda - il Papa ci ha spronato a far capire la bellezza e l'importanza della vocazione. I preti saranno chiamati a lavorare di più, dunque occorre investire tanto anche in formazione e preparazione». Un discorso a parte ha riguardato gli ordini religiosi, visto che la carenza di religiosi mette a rischio la sopravvivenza di alcuni monasteri. Sull'educazione cattolica è stato invece fatto il punto sul funzionamento della facoltà teologica e dell'Istituto superiore di Scienze religiose: «Sono due realtà che accolgono non solo aspiranti sacerdoti e diaconi - ha chiarito Miglio - ma anche laici impegnati o comunque interessati ad approfondire gli studi religiosi». Intanto prosegue il lavoro di traduzione ufficiale della Bibbia che viene portato avanti da un'equipe coordinata dal vescovo di Lanusei Antioco Piseddu e la realizzazione di un "cantorale" che raccolga sonorità e composizioni in limba.
EVANGELIZZAZIONE Il Santo Padre tiene molto alla catechesi e alla formazione del personale parrocchiale che si occupa di portarla avanti. È per questo che ha spronato i vescovi sardi a investire molto in questo particolare settore, apprezzando inoltre lo sforzo che viene fatto per armonizzare l'attività di associazioni e gruppi di preghiera con quelle della parrocchia, per evitare che iniziative tra loro "parallele" risultino alla fine meno efficaci.
LE DIOCESI Sia nel colloquio col Prefetto della Congregazione dei vescovi che in quello col Papa non è stato toccato il tema della riorganizzazione delle Diocesi, mentre si è invece parlato della sede vacante di Ozieri. Il cardinale Marc Ouellet ha assicurato che, a breve, potrebbero esserci importanti novità, con la nomina di un nuovo presule che dovrebbe essere scelto tra i sacerdoti sardi.
L'ATTESA Conclusa la visita "ad limina" gran parte dei vescovi ha fatto ritorno in Sardegna già ieri sera. Tutti loro, non solo il presidente della Conferenza episcopale isolana Arrigo Miglio, saranno chiamati a collaborare nell'organizzazione della visita del Papa. Da lunedì i primi incontri operativi, per quella che si presenta come una lunghissima estate di attesa.

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