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L'unione sarda. «Sì alle trivellazioni per il gas»

I sindacati sardi in campo: metano indispensabile nell'Isola

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Il metano in Sardegna è indispensabile per abbattere i costi di produzione in alcuni settori industriali e non si possono esprimere sentenze sulla ricerca del gas, prima ancora che ci sia una valutazione di impatto ambientale da parte della Regione. I sindacati scendono in campo pesantemente a favore di Saras e del progetto messo in campo per l'estrazione di metano ad Arborea. I segretari regionali della Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil, Giacomo Migheli, Marco Nappi e Mario Cro, alla vigilia dell'assemblea in programma giovedì prossimo ad Arborea per illustrare ai cittadini il “Progetto Eleonora” sull'estrazione del gas metano dal sottosuolo, spiegano che è controproducente «assumere posizioni pregiudiziali e ostili sul progetto esplorativo» e chiedono che si attendano appunto i risultati delle procedure di autorizzazioni avviate dalla Saras.
IL PROGETTO I tre leader sindacali, tuttavia, non si limitano a questo, ma spiegano anche le ragioni di una posizione così netta, posto che il metano è fondamentale per abbattere i costi di produzione nell'Isola, dove peraltro sono state già realizzate o sono in fase di autorizzazione e finanziamento le reti di distribuzione del gas e le stazioni di pompaggio (il governo ha già stanziato 223 milioni di euro a cui se ne aggiungono altri 120 della Ue). A risentire maggiormente della mancanza del gas e soprattutto «di una fonte di energia primaria, meno costosa e meno inquinante», spiegano le tre sigle, sono settori industriali strategici, dall'alluminio alla chimica, fino alla produzione di ceramiche. E all'eventuale mancata realizzazione del Galsi, aggiungono Migheli, Nappi e Cro, potrebbe ovviarsi proprio «con le riserve di metano eventualmente presenti nel sottosuolo, in grado di realizzare nel corso di pochi anni il programma di metanizzazione dell'Isola».
L'ATTACCO Cgil, Cisl e Uil, dunque, non nascondono il loro appoggio al progetto Saras e si stupiscono che la Tre A di Arborea rivendichi l'utilizzo di una nuova fonte energetica, «attraverso l'importazione di gas allo stato liquido con navi metaniere provenienti dalla Spagna». E tutto questo accade proprio mentre il comitato civico di Arborea “No Progetto Eleonora” si dichiara contrario all'esplorazione del sottosuolo alla ricerca di metano. La replica della società cooperativa di Arborea, colosso dell'agroalimentare nell'Isola, arriva con le parole del direttore Francesco Casula: «Non c'è una contraddizione tra la ricerca di una via d'uscita per quanto riguarda la dipendenza dal combustibile, approvvigionandosi sul libero mercato e facendo arrivare gas naturale liquido direttamente in azienda, dopo averlo acquistato dal miglior offerente, e la contrarietà a un progetto come quello della Saras». Casula spiega che la società che rappresenta non è contraria, in linea di principio, all'estrazione del metano, «ma riteniamo che il Progetto Eleonora, dove è stato individuato, potrà creare un danno economico, sociale e ambientale al territorio».
I sindacati, tuttavia, ritengono che, una volta ottenuta la valutazione d'impatto ambientale dalla Regione, il progetto possa essere portato avanti senza particolari danni ambientali, tanto più che «l'eventuale estrazione» di metano avverrà, sostengono, «nell'area del porto industriale di Oristano, lontano quindi da zone sottoposte a vincoli ambientali». Dove nessuno, è la loro posizione, vuole realizzare opere invasive o che danneggino l'ambiente. Piuttosto, concludono, attendiamo il responso delle autorità «con la consapevolezza che le leggi si rispettano sempre e ovunque».
Giuseppe Deiana

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