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L'unione sarda. I reduci salgono in cattedra

Ieri doppia proiezione del documentario di Graziano Canu e Renzo Gualà

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Un'ora e quindici minuti sospesi tra l'angoscia di un racconto del vissuto nel campo nazista di Mauthausen, sul fronte siberiano o sotto un bombardamento e qualche spunto ironico che strappa agli spettatori qualche risata liberatoria. Alla fine il lunghismo applauso delle autorità e dei tanti studenti delle scuole superiori si traduce in un grande grazie per gli autori.
LA MEMORIA Ha raccolto infatti tantissimi consensi il documentario Gli ultimi testimoni realizzato dal giornalista nuorese di Videolina Graziano Canu insieme all'operatore Renzo Gualà (progetto grafico di Giovanni Cadinu) proiettato ieri in anteprima all'Eliseo, nella mattinata per i ragazzi delle scuole e in serata a favore della cooperativa Il Mandorlo. Un lavoro di ricerca, raccolta e divulgazione durato oltre otto mesi che ha messo insieme le testimonianze di ventisei reduci sardi della Seconda guerra mondiale. Ieri in sala c'erano alcuni degli «ultimi testimoni» protagonisti del documentario.
I REDUCI Deportati come Modesto Melis, classe 1920, sopravvissuto al campo di concentramento di Mauthausen che ai suoi tre figli non ha raccontato tutto «perché certe cose - dice - sono difficili anche da raccontare». Lui, come il coetaneo Bernardino Mangia, è prima di tutto un preziosissimo scrigno della verità, necessaria per salvare la memoria «oggi fa piacere che ci siano anche i ragazzi in sala - afferma il reduce novantatreenne - sino ad un anno fa giravo le scuole».
FERITE APERTE Una storia fatta di guerra, orrori, sofferenze, dolori, fame ma anche di sopravvivenza. La disperazione della lotta per sopravvivere lenita solo alla fine dalla gioia del ritorno a casa affogata però subito dopo dal dolore per chi invece non è tornato. Tutto in 75 minuti anche con l'obiettivo di sfatare i luoghi comuni sul prezzo pagato dalla Sardegna nella Seconda guerra mondiale, con quasi seimila vittime.
I RAGAZZI «Un numero che assolutamente non immaginavo - racconta in sala alla fine della proiezione Debora Goddi, studentessa di quinta del Liceo socio pedagogico di Nuoro - sentire certe testimonianze è toccante, a scuola studi una storia più fredda. Queste sono verità vissute raccontante dai protagonisti hanno un peso diverso». «Sentire certi racconti da chi le ha vissuti in prima persona - assicura Francesco Carroni del Liceo classico - ha un altro peso».
GLI AUTORI «Sono testimonianze, alcune inedite, da salvare prima che questi uomini, che hanno vissuto la terribile realtà della guerra - dice Graziano Canu - non possano più farlo, considerato che sono persone che hanno dai 90 ai 102 anni». Un lavoro che con l'aiuto della presidenza della Giunta regionale e della Camera di commercio di Nuoro il prossimo anno raggiungerà tutte le scuole della Sardegna con un Dvd.
Fabio Ledda

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