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L'unione sarda. Oggi la protesta della Consulta rivoluzionaria

Manifestazione a Cagliari

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La Consulta rivoluzionaria oggi scende in piazza a Cagliari. I comitati spontanei di agricoltori, pastori, artigiani e commercianti grideranno dalle 10, davanti al Consiglio regionale, la loro rabbia per le conseguenze nefaste della crisi sull'economia sarda. Via Roma, bloccata da mezzanotte, resterà chiusa al traffico per tutta la giornata sul lato portici. Traffico che sarà consentito sul fronte del porto. I movimenti chiamano a raccolta le truppe e, con loro, i partiti sovranisti. Ma le associazioni tradizionali non aderiscono alla protesta.
I MOVIMENTI «Non ci importa di loro, sono al servizio di una classe dirigente inutile che ha preso in giro tutti», tuona Felice Floris, leader della rivolta. «Non parliamo con questa politica a piede libero, a cui non chiederemo niente: solo di sgomberare il campo. Hanno fallito: lo urleremo in 10 mila». Per voce del sindaco di Perfugas, Mario Satta, IrS ricorda: «Fiscalità, energia, trasporti, agroalimentare e scuola sono tutti settori in cui le istituzioni sarde devono esercitare piena sovranità e su cui basare le riforme».
CONFINDUSTRIA In via Roma non ci sarà Confindustria. Massimo Putzu, leader regionale, ritiene che «la piazza non porti a nulla». E poi: «Capisco che sia un momento cupo e che cavalcare il malcontento accresca il consenso», dice: «Ma i problemi si risolvono solo con il confronto ai tavoli istituzionali. È facile protestare, meno fare proposte sul modo con cui sbloccare il patto di stabilità».
CONFAPI Non aderisce neppure Confapi: «In un momento così drammatico per l'economia sarda è comprensibile che il livello della protesta stia assumendo proporzioni preoccupanti», dice il presidente Francesco Lippi. «Vogliamo essere parte propositiva nell'individuazione delle soluzioni a salvaguardia e rilancio del sistema impresa. Pur non aderendo alla manifestazione, l'augurio è quello che da questi momenti nascano idee utili a risolvere le emergenze».
CONFCOMMERCIO Per Agostino Cicalò, presidente di Confcommercio, «un'organizzazione strutturata non può fare populismo. I pastori hanno assaltato la Regione, ma il prezzo del latte è sempre quello. Non mi pare che gli operai di Alcoa e Legler abbiano ottenuto quel che chiedevano. Preferiamo le pressioni sulle istituzioni per ottenere le agevolazioni fiscali alle imprese».
CONFESERCENTI Marco Sulis ricorda che la Confesercenti regionale, come le altre associazioni istituzionali, hanno anche un ruolo di «confronto e concertazione». «La rivoluzione per noi è risolvere le emergenze delle imprese associate. Le tematiche di Equitalia e della crisi vanno trattate a Roma, dove si decide, tutti i giorni. Non col proposito di sovvertire l'ordine costituito».
COLDIRETTI Luca Saba, direttore di Coldiretti, va oltre: «I temi che la Consulta pone sono giusti, ma noi combattiamo per altre vie», dice. «Parlo del prezzo del latte, che stiamo provando di affrontare al di là della politica, cercando di abbattere gli steccati che ci separano dal libero mercato. Le battaglie dell'agricoltura sarda sono l'insularità e la continuità territoriale delle merci, per agevolare le esportazioni e non solo la vendita dei prodotti. Che siano bravi, belli o brutti, la controparte sono i politici».
CONFAGRICOLTURA Chiude Elisabetta Falchi, presidente di Confagricoltura: «Molti aspetti della protesta sono condivisibili, ma non è uscendo fuori dagli schemi che si affrontano le emergenze». (lo. pi.)

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