Partecipa a labarbagia.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

L'unione sarda. «Non c'è lavoro, di cosa vivremo?»

DESULO. Il giorno dopo l'avvio della guerra alla peste suina, l'appello dei pastori alle istituzioni

Condividi su:

Dal nostro inviato
Piera Serusi
DESULO «C'erano più carabinieri che maiali». Piantati a corona davanti al bancone del bar, in mano il bicchiere della mezza birra, gli allevatori di suini fuorilegge hanno l'aria da reduci di guerra. «Per intenderci, i carabinieri sono stati corretti, eh? Ci dicevano: regolarizzatevi, che così non va bene. Corretti e cortesi. Ma arrivare d'improvviso, senza neanche avvisare...». Il giorno dopo il blitz dei veterinari dell'Asl, piombati in paese sotto scorta per fare la conta dei maiali allo stato brado e cominciare l'abbattimento, a Desulo non si parla d'altro. I vecchi seduti ai tavolini del bar, i ragazzi in piazza, le massaie che fanno la spesa al market. Chi la vede bianca: «Hanno fatto bene». Chi la vede nera: «E mica si combatte così, la peste suina».
ORDINANZE A VUOTO È che a Desulo, dove l'allevamento dei suini è una tradizione antichissima, i maiali allo stato brado sono talmente liberi da poter passeggiare pure in paese. Nei rioni del centro storico, gli animali arrivano prima dei netturbini, e rovesciano e ripuliscono i contenitori della spazzatura lasciati davanti alle abitazioni. Al Corso, attorno alle scuole, di fronte ai negozi. I maiali (ma pure le mucche, le pecore e le capre) fanno i loro comodi, i cittadini protestano in Municipio e il sindaco non sa più che fare. È tre anni che va così. E intanto, Desulo è diventata un'arca di Noè senza rotta. Gigi Littarru ha firmato una pila di ordinanze di divieto di pascolo nelle aree urbane, ha scritto all'Asl (servizio di Sanità animale e Igiene degli allevamenti), al prefetto, alla questura, ai carabinieri, alla Forestale. Chiedeva un intervento «per prevenire i problemi di ordine igienico-sanitario e i problemi di ordine pubblico». Silenzio.
IL BLITZ Silenzio finché, l'altro ieri - mentre a Cagliari era in corso il vertice in tema di peste suina che ha decretato la linea della tolleranza zero contro gli allevamenti clandestini - a Desulo è arrivato l'assaggio. «Sindaco, lei non c'entra nulla. Ce ne occupiamo noi», ha detto via telefono a Gigi Littarru il generale Gilberto Murgia, commissario per l'emergenza peste suina. Una squadra di veterinari dell'Asl scortata dai carabinieri della stazione del paese e della Compagnia di Tonara (al comando del capitano Livio Rocchi) è piombata di primo mattino negli ovili più vicini al centro abitato. Mentre i veterinari contavano i suini, i militari parlavano con gli allevatori. E perché non vi mettete in regola, e non va bene che si arrivi a questo punto. Detto gentilmente, ma delle due l'una: o ci si mette in regola, o tutti i maiali verranno eliminati. Un paio di allevatori si sono autodenunciati (primo passo per registrare l'azienda); mentre due suini, che pascolavano in località Su Le' , sono stati abbattuti (questo perché il proprietario non c'era).
LA PROPOSTA Gli allevatori riuniti al bar accettano di parlare «ma senza nome e cognome sul giornale». Molti fra loro l'altro ieri hanno ricevuto la visita. Altri hanno la porcilaia al monte. Tutti tra i trenta e i 50 anni. Sono padri di famiglia. A parte il reddito che arriva dalla campagna, non hanno lavoro. Qui, per intenderci, i maiali allevati clandestinamente valgono come ammortizzatori sociali. «Noi vogliamo metterci in regola, ma prima bisogna parlarne. La Regione deve ascoltare le ragioni di tutti. La peste suina c'è da decenni, finora non è stato fatto nulla, qui in paese non abbiamo mai visto nessuno e oggi, all'improvviso, si pensa di risolvere il problema abbattendo i nostri maiali». Vivono di questo, avvertono. «Vendo un paio di maialetti e compro da mangiare un mese per i miei bambini», puntualizza un giovane. «Ci hanno detto che torneranno per fare i prelievi. E se in mezzo a tanti capi sani ne trovano uno positivo? Non va bene che uccidano tutti i maiali».
SOLITUDINE Il sindaco (che l'altro ieri ha scritto sul suo Facebook: «Da oggi iniziano i casini seri per il sottoscritto»), avverte: «Non difenderò mai coloro che hanno maiali vicino al centro abitato perché rovinano chi vuole mettersi in regola». L'emergenza, dice Littarru «è legata ai suini che pascolano in paese. Altra cosa è la situazione degli allevatori che hanno animali in montagna, tradizione radicata di cui la Regione non può non tener conto». Da anni avvisa i porcari anche a colpi di ordinanza. E da anni scrive a tutte le autorità per chiedere un intervento. Il silenzio che gli è piombato addosso è la misura della sua solitudine. L'altro ieri ha dato il via libera all'abbattimento di due maiali. «Giusto per dovere di cronaca - ha scritto su Facebook - nessun politico mi ha chiamato, neanche un sms di solidarietà. Sono solo a combattere contro i mulini a vento».

Condividi su:

Seguici su Facebook