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L'unione sarda. Svolta sulla spesa sarda

Emendamento al Senato: nuovo patto di stabilità entro 4 mesi Ma la rivelazione data da Mauro Pili scatena la polemica nell'Isola

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L'ennesima «vittoria decisiva» sulla vertenza entrate arriva dal Senato, con l'intesa su una norma che, di fatto, obbliga il ministero dell'Economia a rivedere entro quattro mesi il patto di stabilità per la Sardegna. Ottima notizia, perché il patto è quel meccanismo che, ponendo tetti di spesa per frenare il debito, impedisce alla Regione di utilizzare tutte le sue entrate. Peccato però che la novità susciti nell'Isola più polemiche che soddisfazione.
Non sulla cosa in sé ma sui tempi della rivelazione, data dal deputato Pdl Mauro Pili. Il senatore del Pd Silvio Lai lo rimprovera di imprudenza per averne parlato prima del voto in aula. Traspare irritazione anche dalle parole di Ugo Cappellacci, che ringrazia i senatori sardi e un altro deputato del Pdl, Salvatore Cicu.
I FATTI La nuova norma entrerà nel decreto sul pagamento dei debiti della pubblica amministrazione. Come ricostruisce Pili, l'accordo arriva nella notte tra giovedì e venerdì, quando i relatori del provvedimento includono l'articolo sul patto di stabilità nel maxiemendamento che riscrive il decreto. E che ora dev'essere approvato al Senato e poi alla Camera.
L'articolo dice che «entro 120 giorni il ministero dell'Economia concorda con la Regione Sardegna le modifiche al patto di stabilità interno», per «dare piena applicazione al nuovo regime dei rapporti finanziari tra Stato e Regione»: cioè quelli definiti dal famoso accordo del 2006 che chiuse la vertenza entrate. Nel bilancio 2013, il mancato adeguamento del patto limita a 2,5 miliardi la spesa regionale al netto della sanità, rispetto a 3,7 miliardi teoricamente disponibili.
Il testo, di per sé, non modifica il patto. Obbliga però il ministero a trattare con la Regione. Superare la scadenza di quattro mesi non comporterebbe conseguenze automatiche, ma darebbe lo spunto per ulteriori ricorsi alla Corte costituzionale, che già un anno fa aveva sancito la necessità di adeguare il patto.
I COMMENTI «Una decisione importante, che sana il vulnus aperto da un accordo capestro sulle entrate», commenta Pili. Frecciata alla Giunta Soru, ma ce n'è anche per Cappellacci: il deputato del Pdl rivendica di aver «seguito da vicino la modifica del patto», e - sottolineando che la novità è possibile grazie alle decisioni della Consulta - rimarca di aver «sollecitato da tempo il ricorso alla Corte, senza perdere tempo dietro tavoli fallimentari», come la strada «perversa e fumosa delle norme attuative».
La Giunta non gradisce. Una nota di Cappellacci dice che l'emendamento «apre la via a una vittoria storica. È il risultato della determinazione mostrata anche con l'ultima Finanziaria, e dei nostri ricorsi alla Consulta». Poi il governatore cita «i senatori sardi firmatari dell'emendamento», nonché Salvatore Cicu». Lo stesso Cicu ripercorre in una nota «i recenti incontri col governatore, il viceministro Casero e il ministro Alfano: oggi si realizza un passo determinante».
Più diretta la reazione di Silvio Lai, che rivendica di essere il primo firmatario dell'emendamento, sottoscritto anche da altri quattro senatori sardi: Ignazio Angioni e Giuseppe Luigi Cucca (Pd), Emilio Floris (Pdl) e Luciano Uras (Sel). «Abituati a dire le cose quando sono realizzate, abbiamo preferito attendere l'approvazione in aula», dice il segretario democratico: «È imprudente e inopportuno che Pili ne dia diffusione. Proporrò ai colleghi senatori di nominarlo portavoce, anche per evitare che violi il settimo comandamento».
Giuseppe Meloni

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