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L'unione sarda. Le bonifiche e il ruolo dell'Igea, storia di veti incrociati e burocrazia

Il ripristino ambientale atteso da anni e mai realizzato in maniera organica

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La pluridecennale emergenza legata all'inquinamento ambientale nel Sulcis ha dei nomi e cognomi precisi. Detto delle grandi aziende del siderurgico e che operano nella filiera dell'allumina, non si possono tralasciare i comportamenti posti in essere dalle società, anche di Stato, che si sono alternate nella gestione dell'attività estrattiva e industriale, contribuendo a provocare danni all'ambiente e alla salute pubblica.
A gestire la patata bollente è rimasta la società regionale Igea, costituita nel 1986 come Società Italiana Miniere e poi riconvertita nell'attuale denominazione nell'aprile del 1998. All'Igea spetta l'attività di messa in sicurezza, ripristino ambientale e bonifica di aree minerarie dismesse e in via di dismissione, agendo nell'ambito dei piani e delle linee di indirizzo provenienti dalla Regione. Nella sua orbita sono finite la Bariosarda, la Miniere Iglesiente e Piombo Zincifera Sarda. Nonostante disponga di un vasto patrimonio immobiliare e negli anni la Regione abbia speso una fortuna per mezzi, attrezzature, consulenze e stipendi, l'attività di messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale è andata avanti in maniera assolutamente parziale e insufficiente. Anche se le colpe non sono tutte ascrivibili alla società, quanto alla burocrazia e al complesso gioco di veti e interessi che da sempre si consuma all'ombra dei terreni da bonificare.
La vicenda Sulcis è entrata persino nell'inchiesta romana su P3 ed eolico, in un fascicolo bis nel quale si è indagato sulla nomina di Pinello Cossu, uomo molto vicino al discusso uomo d'affari Flavio Carboni, ai vertici del consorzio Tea, un'associazione temporanea di imprese voluta dall'allora governatore Renato Soru e composta da Igea e un privato. I magistrati romani, che su questa vicenda hanno a lungo collaborato con i colleghi di Cagliari e gli investigatori del Corpo Forestale regionale, volevano vederci chiaro sugli interessi sull'affare delle bonifiche più volte manifestati, non solo a proposito del sud Sardegna, da Flavio Carboni in conversazioni telefoniche intercettate dagli inquirenti. ( a. mur. )

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