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L'unione sarda. Sfrattato il mercatino bio

LA STORIA. Da venti giorni impossibile l'acquisto di prodotti a chilometri zero

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Nuoro fatica a far decollare alcuni importanti spazi recuperati dall'amministrazione comunale come l'ex mercato civico di piazza Mameli o i box di via Convento per mancanza di proposte anche dei privati, eppure gli operatori del mercato biologico non riescono a trovare un luogo dove svolgere la propria attività. Da venti giorni, infatti, il mercatino di Biosardinia (il sodalizio presieduto da Maurizio Fadda), nato tre anni fa dall'iniziativa dell'omonima associazione e del Gas (gruppo acquisto solidale) per mettere in contatto i piccoli produttori locali direttamente con i consumatori, non è più operativo perché non ha uno spazio autorizzato.
LA STORIA «L'organizzazione del mercato è bloccata - conferma il presidente del gruppo di acquisto solidale di Nuoro Franca Sedda - perché non abbiamo più lo spazio dove farlo». Da oltre un anno le bancarelle erano ospitate ogni sabato dalla cooperativa che ha in gestione il parco di viale Trieste, davanti alla chiesa di San Giuseppe, ma ora i gestori hanno scelto di destinare quell'area ad altre attività sociali. «Nel parco di viale Trieste abbiamo potuto lavorare per diversi mesi ed è stata l'occasione per farci conoscere anche dalle tante famiglie che frequentano il giardino». Erano arrivati lì perché sfrattati da piazza San Giovanni dove, per un anno e mezzo, le bancarelle del biologico hanno potuto vendere le bontà a chilometri zero. Sfrattati dal Comune.
PRODOTTI GENUINI «Che - spiega la presidente del gruppo di acquisto solidale di Nuoro - tirò fuori la scusa che eravamo troppo vicini a un sito di importanza storica, ovvero la chiesa di San Carlo, e che per legge non potevamo più stare là». Il mercato biologico, nato tre anni fa, ogni sabato mattina attirava più di duecento persone che cercavano la qualità dei prodotti genuini dei coltivatori e degli allevatori. Uno spazio dove era possibile trovare un po' di tutto, dalla frutta alla verdura di stagione, al formaggio del pastore, ma anche prodotti come il pane fatto con la farina biologica di Nurri, l'olio d'oliva, il miele o le conserve della nonna, e ancora oli essenziali e qualche articolo di artigianato. Insomma, una comunità cresciuta con il tempo, che stava conquistando sempre più successo e anche una piccola quota di mercato, ma che ora rischia di perdere quanto costruito.
LA RICHIESTA «Noi cerchiamo solo uno spazio dove stare, pubblico o privato che sia. Abbiamo chiesto al Comune di concederci la piazza dell'ex mercato civico, ma non abbiamo avuto risposta. Ci stiamo muovendo per vedere se si può avere uno spazio privato perché il mercatino biologico è un posto visitato da tanti nuoresi e l'esigenza non è quella di una piccola comunità ma quella di tante persone, piccoli produttori e consumatori che vogliono mangiare a chilometri zero. Che vogliono sapere cosa mettono nel piatto e non essere dei numeri in un'economia di mercato».
Fabio Ledda

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