Partecipa a labarbagia.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

L'unione sarda. «Primarie, basta guerre»

Pd sardo, Morittu replica alla Sanna sul rinvio del congresso: «Scegliamo prima il candidato governatore, ma senza scontrarci»

Condividi su:

Eccolo, il rinnovamento del Pd: ora polemizzano i trenta-quarantenni, e forse è già un passo avanti. Alla presidente Valentina Sanna, che boccia la proposta del leader Silvio Lai di celebrare le primarie per il candidato governatore prima del congresso, risponde Pietro Morittu: esperto di economia, 34 anni, da due nella segreteria regionale. «Ma non voglio scontrarmi con lei», precisa, «anzi: credo che si debba uscire dalle guerre. E, nel giorno dei ballottaggi, credo che il primo pensiero di chi si definisce gruppo dirigente del Pd debba essere il sostegno ai candidati del centrosinistra».
Oltre ai ballottaggi, oggi (alle 16 a Oristano) c'è l'assemblea del Pd. Arriverete a una votazione?
«È possibile che si votino gli ordini del giorno presentati».
Sulla scelta di fare le primarie e poi il congresso, o viceversa?
«È innegabile che questo dibattito ci sia, e crei qualche turbamento. Ma spero che si possa gestire senza riaprire l'annosa stagione di conflitti».
Perché anticipare le primarie?
«Da un punto di vista logico, non è sbagliato che il congresso preceda le candidature alla Regione».
Però?
«Però la costituzione del Pd non si è mai compiuta del tutto, e qui serve una stagione nuova con la nascita del Pd sardo. Un congresso di questo tipo, come anche Valentina lo intende, richiede tempi lunghi. E abbiamo invece l'urgenza di definire una proposta di governo del centrosinistra per la Regione».
E votare insieme segretario e candidato governatore?
«Dobbiamo individuare due figure diverse, e la priorità in questo momento è la Regione. Poi del congresso, su questo ha ragione Renzi, si parla senza neppure aver definito le regole, cosa che richiederà a sua volta del tempo».
Neanche lei ci dice chi vedrebbe come candidato presidente?
«No, non faccio nomi e non per tatticismo, ma perché vorrei prima alzare il livello del confronto chiudendo la conferenza programmatica del Pd, e poi con un percorso di coalizione, sempre sui programmi, da cui potrebbero anche emergere figure nuove».
Qualcuno ipotizza ampi accordi su un candidato da sottoporre poi a primarie “di investitura”, alla Prodi. Che ne pensa?
«Io aprirei le primarie anche sui programmi, per discuterli con la gente. Vorrei poter dire ai genitori che sappiamo come garantire il futuro dei loro figli».
Va bene, ma tra primarie vere e “finte”, cosa preferisce?
«Anche questo sarà conseguenza della discussione dei programmi. Si potrà dire solo dopo».
Valentina Sanna dice che l'attuale gruppo dirigente dev'essere messo in discussione, dopo le Politiche.
«In quattro anni abbiamo vinto tutte le elezioni locali. Le Politiche sono un caso diverso. Io mi sento parte del gruppo dirigente, ma non è che chi presiede l'assemblea fosse un ignaro passante».
Crede comunque che al Pd serva uno strappo generazionale?
«Il Pd ha già attuato un'impressionante stagione di rinnovamento, mai vista da 30 anni. Il vertice non è vecchio, e negli enti locali conosco 2-300 giovani amministratori pronti ad assumersi responsabilità».
Quando sente dire che i giovani del Pd sono marionette dei soliti capicorrente, le dà fastidio o ci vede un fondo di verità?
«Il fondo di verità può esserci perché, stando in un partito, segui certe sensibilità politiche. Ma spesso chi sembrava solo “figlio” o pupillo di qualcuno ha dimostrato di avere autonomia, consenso e proprie idee. Generalizzare è un errore».
I sondaggi dicono che il Pd non piace ai giovani. La preoccupa?
«Il Pd ha dovuto gestire problemi tali da portarlo su strade diverse da quelle ideali. Voleva rappresentare un oltre diverso. E deve comunicare meglio un impegno politico innovativo. Anche su questo ha ragione Renzi, quando dice...»
Lei non è renziano, ma è già la seconda citazione...
«No, non sono renziano e non amo schemi rigidi. A Renzi riconosco un buon registro comunicativo. Dobbiamo portare di più tra la gente le nostre idee, e parlare chiaro».
Giuseppe Meloni

Condividi su:

Seguici su Facebook