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L'unione sarda. Boss dal pugno di ferro

Minacce di morte ed estorsioni ai debitori

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dal nostro inviato
NUORO Un accordo criminale con il vecchio compagno di avventure. Nel 1978 Graziano Mesina aveva diviso con Gigino Milia una condanna alla fine del processo per il sequestro Botticelli, nelle Marche. I due si erano divisi la Sardegna: all'orgolese il centro nord, all'altro il sud. Acquistavano la cocaina a Milano, la stoccavano in un ovile di Villanovafranca e poi la rivendevano. Litigarono per una partita tagliata male. Dopo, Mesina continuò a lavorare. Con Vinicio Fois. Ma anche il vecchio boss di Sant'Elia sgarrò e l'ex ergastolano mostrò il suo volto feroce. Per recuperare un credito di ottomila euro il bandito piombò a Cagliari coi suoi uomini più fidati e, il 30 giugno 2010, si impossessò del furgone frigo dell'ex socio per poi commentare: Oh a mala voglia ce lo davano, sono piombato ieri sera allora, siamo scesi ieri sera allora... siamo scesi io, Totore e Raimondo, tutti....
Quell'estorsione andò a segno. Per non perdere il furgone, che valeva molto più del debito, Fois pagò dopo un incontro a Nuoro, in campo neutro, dove Mesina si presentò scortato dai suoi complici armati. Così Mesina ripropose quel metodo altre volte: Vittorio Denanni gli doveva ventimila euro e allora l'ex ergastolano andò a casa sua e costrinse il figlio a telefonare al padre per dirgli di correre in banca a prendere i soldi. Poi, tra il 2 marzo e il 16 aprile 2012, con gravissime minacce, costrinse il debitore a consegnargli assegni a garanzia del debito residuo di 17.000 euro e a vendere 15 vacche a un allevatore, che versò il denaro direttamente nelle mani dell'orgolese. Le minacce a Denanni, secondo i carabinieri, erano serissime e anche il gip, nell'ordinanza, sottolinea un'intercettazione dalla quale si evince che Mesina intendeva uccidere il debitore: Eh, ma io lo uccido per quello, se non mi avesse visto quella notte, quello, sarebbe stato già morto, se la prendeva nel c., lui e i soldi ,a quest'ora sarebbe stato sotto terra, mangiato dai vermi . E poi, quando un amico, Tottoni Musina, gli raccontò di essere stato imbrogliato da un complice, Mesina ricordò ancora come aveva fatto a convincere Denanni: Bisogna fare così, guarda, acchiappare il figlio. Eh, gli ho detto al figlio: chiamalo. L'ha chiamato e gli ho detto: Vittorio stai rompendo i c. Gliel'ho detto: domani li aspetto, guarda. E l'indomani me li ha portati. Come mai? Cazzo.
M. F. Ch.

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