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L'unione sarda. Sfrattata la prima famiglia

NUORO. Epilogo della vertenza della cooperativa edilizia “Su Nuraghe”

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Lo sfratto è stato eseguito. Missione compiuta per la cooperativa edilizia “Su Nuraghe”. Clorinda Contu, il marito Elviro Coloru e i due figli, ieri mattina hanno aperto la porta all'ufficiale giudiziario e si sono arresi dopo trent'anni di battaglia in tribunale. Trent'anni a difendere le loro ragioni e una casetta di 65 metri quadri in via Laporta a Nuoro. Il giudice non ha concesso la sospensione del provvedimento, richiesta presentata dall'avvocato Lorenzo Palermo che aveva avviato il ricorso in Cassazione. E così, la prima delle quattro famiglie bollate come morose ha lasciato la casa. Il 10 luglio toccherà agli eredi Caldino; il 20 agosto al signor Orsi, moglie e figli; il 10 settembre ai coniugi Nuvoli. Via tutti, con i bagagli di una vita intera e le scorie di una vertenza piena di ombre.
LA RABBIA Ci ha provato anche la Provincia, ad avviare una mediazione. Tutto inutile. «È finita così. Stiamo andando via noi, che abbiamo avuto l'unico torto di aver preteso di pagare il giusto, e cioè il mutuo regionale. Che giustizia è mai questa?». Elviro Coloru, 60 anni, è un poliziotto in pensione. Lavorava nel servizio scorte, è un uomo rigoroso, preciso, anzi puntiglioso. Lui e Clorinda entrarono nel loro nido dopo il matrimonio, settembre 1984. La casa era stata assegnata un anno prima a Clorinda, socia della coop Su Nuraghe che costruiva appartamenti e villette con un fondo per l'edilizia economica e popolare. I loro problemi cominciarono ben presto, quando Clorinda e una ventina di soci della coop scrissero una lettera ai vertici del sodalizio per chiedere chiarimenti sui conteggi delle rate del mutuo. Finì che, mentre la maggior parte dei firmatari di quella lettera si defilarono, arrivò a Nuoro un ispettore del Ministero del Lavoro, e anche la Guardia di Finanza cominciò a spulciare i bilanci della cooperativa. Si arrivò così all'accusa di appropriazione indebita aggravata per Giovanni Gambioli, primo presidente della cooperativa Su Nuraghe, che nel marzo '96 se la cavò perché («quantunque non si possa addivenire a una pronuncia assolutoria nel merito», è scritto nel dispositivo) il reato era ormai estinto per prescrizione.
L'ESPULSIONE Va detto che Gambioli era tra i firmatari della delibera del cda che, il 28 dicembre '89, decretò l'espulsione di Clorinda Contu e delle altre tre famiglie. «Non ci siamo mai rifiutati di pagare le rate, anche dopo l'espulsione», dicono i coniugi Coloru che conservano tutte le ricevute di versamento “salvo conguaglio” su libretti bancari al portatore intestati alla coop. Ieri la resa.
Piera Serusi

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