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L'unione sarda. La passione per il “Gratta e vinci” dell'ex latitante a caccia di denaro

Il bandito orgolese spendeva migliaia di euro in cerca di fortuna

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Soldi soldi soldi. Graziano Mesina pensava sempre ai soldi. E ai mezzi per farli: droga, rapine, truffe, estorsioni, sequestri di persona. E gratta e vinci. Sì, proprio così: l'ex primula rossa del Supramonte spendeva cifre pazzesche per tentare la fortuna. Migliaia di euro al mese, anche mille tutti in una volta. Acquistava i biglietti che fanno sognare al bar del distributore di Abbasanta, sulla Carlo Felice: i carabinieri che lo pedinavano lo hanno visto più volte.
Eppure il traffico di cocaina ed eroina rendeva, altrimenti come avrebbe potuto regalare trentamila euro in un sol botto a Franco Devias che li aveva subito spesi per l'acquisto di una Bmw 530? E come avrebbe potuto promettere ai suoi tanti autisti una macchina in regalo? Ma, evidentemente, i lauti guadagni che gli consentivano di spendere ventimila euro al mese non gli bastavano. E allora il bandito orgolese cercava denari in tutti i modi, perfino attraverso la simulazione del furto della sua Porsche Cayenne, trovata bruciata vicino a Siniscola, con tanto di telefonata di scuse del ladro completamente inventata. E siccome il costosissimo suv non era assicurato, l'ex ergastolano avrebbe pure tentato di estorcere comunque il denaro al broker. Il tutto succedeva mentre i carabinieri erano all'ascolto del suo telefonino. Ignaro,
Mesina parlava, discuteva coi suoi complici dei suoi traffici e dei comuni progetti criminali. Che poi erano tanti, diversificati e diffusi in tutta la Sardegna. Compresa la Gallura: come poteva la Costa Smeralda sfuggire al mirino del bandito di Orgosolo? Il 12 marzo 2012, mentre passava col Cayenne nel porto dell'Isola bianca, a Olbia, Mesina indicò l'azienda Nieddu a Giovanni Filindeu che gli faceva da autista. I due parlarono dei vari settori in cui lavorava quell'azienda e Mesina raccontò del colpo che aveva fatto in passato. Non solo: rivelò l'intenzione di ripetere l'impresa dal momento che non era riuscito a portar via la merce (nella conversazione intercettata fece riferimento a medicinali e pellicce) perché «sarebbe servito un furgone». Non era una millanteria: il 16 agosto 2010 Francesco Salvatore Usai, della Mistral graniti srl, aveva denunciato il furto di una cassaforte e di una Golf compiuto tra le 19 del 13 agosto e le 8,15 del 16. La macchina era stata ritrovata il 27 agosto in località Cala Banana, vicino a Golfo Aranci, senza i sedili posteriori e con l'abitacolo danneggiato. Forse era stata usata per trasportare la cassaforte. In quei giorni Mesina era da quelle parti: il 13 agosto stava organizzando un viaggio in Costa Smeralda insieme a Giovanni Antonio Musina e Raimondo Crissantu. Quella notte i tre erano nel borgo fondato dall'Agha Kan e, all'una e mezzo del mattino del 14 agosto, il telefonino di Musina aveva impegnato il ripetitore di Porto Cervo.
E non è ancora tutto: il 4 aprile 2012 Mesina parlò a Giovanni Filindeu di un colpo per il quale servivano sei persone. Si trattava di una rapina o un grosso furto. L'ex ergastolano aveva pensato di coinvolgere Franco Devias e Francesco Menneas. Ma poi aveva saputo che quest'ultimo (recentemente assassinato durante una rapina) non andava d'accordo con l'altro. E allora non si fece più niente.
M. F. Ch.

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