Partecipa a labarbagia.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

L'unione sarda. Legge elettorale, rivolta dei “piccoli”

Critici anche Idv e Sl, ma i democratici replicano: «Nessun tradimento». Stasera in aula

Condividi su:

Slitta ancora la legge elettorale: i lavori del Consiglio, previsti per le 16 di ieri, sono stati rinviati prima a stamattina e poi a oggi pomeriggio, mentre la commissione Riforme e i capigruppo votavano gli emendamenti sui punti cruciali. L'intesa tra i partiti è vicina, ma la norma sugli sbarramenti fa infuriare le sigle minori del centrosinistra: con i Rossomori che minacciano l'uscita dalla coalizione.
SBARRAMENTI Secondo la regola approvata in commissione, accedono alla distribuzione dei seggi solo le coalizioni che superano il 10% (o il 7 per i partiti che si presentano soli col loro candidato presidente, come è solito fare il M5S). Nelle coalizioni, restano comunque esclusi dai seggi le sigle sotto il 3%.
«Decisione gravissima», attacca il segretario dei Rossomori Tore Melis, che se la prende col Pd: «Il nostro rientro nella coalizione era condizionato a un patto che prevedeva, tra l'altro, il no a sbarramenti. Ci sentiamo traditi, gli alleati non rispettano i patti». Per il vicesegretario Idv Salvatore Lai «è un intollerabile vulnus per la democrazia, che preclude a forze politiche vitali la possibilità di essere rappresentate». «Misura antidemocratica», dice l'indipendentista Claudia Zuncheddu (Sardigna libera), «nella scia del bipolarismo italiano che mira a un bipartitismo oligarchico».
«Il Pd non ha votato quell'emendamento», precisa in serata il capogruppo Giampaolo Diana: «È una questione aperta, e noi siamo assolutamente contrari a lasciare scoperti i piccoli partiti». «Dev'essere garantita la rappresentanza di tutti», aggiunge Daniele Cocco (Sel).
ALTRE NORME Per il resto la commissione ha abolito il listino regionale, confermato gli otto collegi e scelto il proporzionale puro per l'assegnazione dei seggi (non il metodo D'Hondt più favorevole ai grandi partiti). Due fasce per il premio di maggioranza: chi vince avrà 36 seggi (su 60) se supera il 40% dei voti, altrimenti solo 33. Rinviata all'aula la discussione per la doppia preferenza uomo-donna (per la quale si è pronunciata anche la segreteria della Cgil sarda, «con l'auspicio che la sollecitazione venga colta dalle forze in Consiglio regionale»).
«Traguardo vicino», commenta il capogruppo Pdl Pietro Pittalis: «Ci stiamo sforzando di varare una legge che garantisca stabilità, fuori da logiche di appartenenza». «Servono meccanismi validi in futuro, senza pensare a chi sarà avvantaggiato nel 2014», conferma Franco Cuccureddu (Mpa).
Giuseppe Meloni

Condividi su:

Seguici su Facebook