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L'unione sarda. «L'aggregazione deve nascere dai produttori»

L'INTERVISTA. Luca Saba, Coldiretti

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Un'organizzazione unica che metta insieme, pastori, trasformatori del latte e chi commercializza il formaggio. L'idea illustrata ieri in Consiglio regionale non dispiace alla Coldiretti anche se resta qualche dubbio su come metterla in pratica. Peraltro, l'organizzazione agricola da tempo ha iniziato a fare da apripista su questa strada, mettendo insieme i produttori ed esportando il latte fuori dalla Sardegna e riuscendo anche a strappare prezzi più alti per il latte ovino.
Luca Saba, direttore regionale di Coldiretti, mette le mani avanti: «L'idea è buona, però se non si è pronti si rischia di farsi male», dice, «in Sardegna abbiamo già avuto precedenti esperienze di aggregazione, che non sempre sono andate a buon fine e si sono fermate per strada».
Come fare per renderla efficace?
«Bisogna partire dal produttore. Devono essere i produttori a lanciare una sfida concorrenziale sul mercato. Quando noi abbiamo venduto il latte ovino oltre Tirreno abbiamo lanciato questa sfida e aumentato la concorrenza, facendo salire il prezzo».
E ora è più alto?
«Direi di sì, siamo intorno ai 70 centesimi, anche perché negli ultimi due anni è aumentato del 40%, circa due euro, il prezzo del pecorino che oggi all'ingrosso viene venduto per 6,30 euro al chilo. Questo permette di tirare ancora più su il prezzo del latte: ora, si può arrivare anche a un euro».
È un modo di dire ma è azzeccato: l'unione fa la forza.
«Certo, non possiamo aspettare che il Consiglio regionale possa scegliere per conto dei produttori. Se non cambia la mentalità della gente, per costruire una vera filiera, creando alternative di sbocco per la vendita del formaggio, allora non si riuscirà a ottenere un buon risultato. Soprattutto perché è un mercato irto di asperità e se alla prima difficoltà ci si tira indietro, allora tutti scappano e non si ottengono i risultati sperati».
È necessario uscire anche dalla monocoltura del Pecorino romano?
«Questo è certamente un periodo buono per il mercato, ma anche grazie all'azione degli allevatori. Certo, diversificare fa bene, però bisogna essere in grado di scegliere le strutture giuste. Anche su questo fronte Coldiretti ha smosso le acque accordandosi con alcune cooperative di trasformazione. L'importante è essere in sintonia con il mercato».
Per esempio, cosa chiede oggi?
«Stanno andando i formaggi grana di pecora, ma siamo ancora molto polverizzati nella produzione, bisogna fare massa critica e promuoverli sui mercati giusti, come stanno facendo alcune coop. Insomma, mettersi insieme va bene, ma è un treno che non va abbandonato dopo la partenza e alla prima difficoltà». ( g. d. )

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