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L'unione sarda. Sulle vette in seggiovia

Il Comune rimodula e presenta il Piano Neve

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È stato un lungo travaglio. Ma alla fine luce fu per il piano Bruncu Spina che da anni fa penare Fonni tra avvii, stop, ricorsi e congelamenti.
L'ANNUNCIO Dopo una gestazione che sembrava eterna, ieri mattina alle falde del Gennargentu l'ufficializzazione del progetto definitivo: il regno sardo degli sciatori sarà dotato di una seggiovia a due o più posti che sostituirà il vecchio impianto di risalita, di tre stazioni, situate rispettivamente a 1567, 1700 e 1800 metri di altitudine, di un rifugio rinnovato, abbellito in chiave ecosostenibile e reso più funzionale. «Si tratta di un primo stralcio, in realtà - precisa il sindaco Stefano Coinu - abbiamo dovuto rimodulare il programma per renderlo compatibile con il finanziamento di 5 milioni di euro stanziati dalla Regione nel 2008». Piccolo passo indietro dunque rispetto all'iniziale imponente disegno che partiva da una base logistica stratosferica e giungeva fino al ripristino dell'osservatorio astronomico in vetta, passando per parchi gioco e campi scuola.
IL CANTIERE «Dobbiamo essere realisti - osserva il primo cittadino - e arrivare fin dove ci consentono le risorse che attualmente sono a nostra disposizione. Portiamo a termine ciò che possiamo, poi ci dedicheremo al completamento». Un atto dovuto, la presentazione di ieri, preliminare alla valutazione di impatto ambientale: per i prossimi 60 giorni i cittadini potranno prendere visione del progetto in Comune e fare le loro osservazioni. Se non ci saranno nuovi intoppi i lavori potrebbero iniziare tra 9 mesi.
LA SQUADRA A disegnare la riqualificazione della montagna sarda, una squadra coordinata dagli ingegneri Gaetano Saitta e Matteo Longo della Ingitech che nel 2010 ha vinto il concorso di idee bandito dalla giunta comunale di allora che però lo aveva poi dovuto sospendere dopo le contestazioni di tre studi tecnici finite tra gli incartamenti del Tar. Ma ora forse ci siamo. Tutte le operazioni dovranno essere precedute da azioni di consolidamento dei versanti, feriti da sbancamenti effettuati tra il 1999 e il 2000. «Il nostro intento è invece quello di ridurre al minimo la trasformazione dell'esistente naturale - dice Saitta - bandendo l'uso del cemento armato e optando per sostegni in legno e scale in pietrame». I rilievi hanno messo in evidenza la necessità di nuove opere di drenaggio e regimazione delle acque e interventi su nicchie franose. Propedeutico ai lavori lo studio di impatto ambientale della società Criteria - rappresentata da Andrea Soriga - che ha stimato l'entità delle interazioni, con approfondimento delle caratteristiche di un territorio non a caso Zona di protezione speciale con i suoi 40 endemismi esclusivi, tra boschi di ontano, specie spinose, il ginepro del Gennargentu e la fauna tipica.
ZONA PROTETTA «Abbiamo valutato gli effetti delle vibrazioni, delle polveri, dei gas, del traffico - spiega Soriga - oltre che l'assetto idrografico che necessita di alcune modifiche, ma anche la produzione di rifiuti e le ricadute in termini occupazionali».
Francesca Gungui

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