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L'unione sarda. Il restauro, frontiera futura

Gli architetti ripensano il centro cittadino: stop all'abbandono delle case

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«Nuoro ha un problema, troppo spesso si pensa ad aggiungere per far vedere che si sta facendo qualcosa». A volte però sarebbe meglio conservare, valorizzare e rigenerare ciò che c'è già. L'architetto nuorese Antonio Dejua, consigliere dell'ordine provinciale, nel giardino di casa Buscarini durante la manifestazione “Conoscere l'architettura... architettinmostra 2013...” organizzata dall'Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori delle province Nuoro e Ogliastra, racconta uno dei problemi urbanistici della città. Parole che fanno pensare a quanto architettonicamente parlando si è perso in città sia negli edifici pubblici (per esempio il carcere di via Roma) che in quelli privati. Dejua lo dice proprio nel memento in cui, pochi metri più in là, nella biblioteca Satta si parla di Energia ed economia in architettura, temi della rigenerazione sostenibile.
IL FUTURO «C'è un'internazionalizzazione e come architetti - spiega Enrica Caire, presidente dell'ordine di Nuoro e Ogliastra - dobbiamo farci trovare pronti. In città c'è molto da fare, bisogna parlare di rigenerazione in maniera integrata e non solo come cura degli spazi, di sostenibilità non solo nei materiali ma negli interventi».
IL CENTRO Certo, Nuoro non ha il centro urbano di Oristano, riconosciuto come il più grande in mattoni crudi di tutta Europa, ma ha il suo fascino, le sue unicità con le case in granito, le piccole aperture e le corti interne. Santu Predu da una parte con le sue case a “castelli arroccati” e Seuna dall'altra con le abitazioni che alla lontana ricordano un po' quelle “campidanesi” sono i due agglomerati urbani originari che si sono uniti tardissimo, con lo sviluppo del corso Garibaldi. «Nel nostro centro storico si può operare solo con interventi microscopici - afferma Dejua - perché l'abitazione nuorese ha problemi di dimensioni e scale. Oggi però le nuove tecniche, il riutilizzo dei materiali e la rigenerazione permettono di ottenere ottimi risultati costruttivi». Il granito, nell'architettura del terzo millennio è ancora un materiale all'avanguardia, perché può essere sempre riutilizzato.
IL RESTAURO «La maggiore parte dell'architettura è la facciata - afferma Dejua - oggi è troppo costoso costruire con le vecchie tecniche, ma con la rigenerazione e il restauro si possono ottenere grandissimi risultati, si mantiene l'involucro e all'interno si fa quel che si vuole, rispettando anche le normative energetiche. Già dal 2012 si parla di uso e rigenerazione urbana - ricorda - riutilizzare il patrimonio storico a non abbandonarlo come è stato negli anni Cinquanta». Una strada che all'estero gli architetti seguono da diversi anni. Ma a Nuoro i vicoli stretti e la densità abitativa sono dei limiti che stridono con le abitudini del vivere nel terzo millennio, uno su tutti: il problema parcheggi.
Fabio Ledda

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