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L'unione sarda. Coldiretti boccia il carbone ed è polemica

OTTANA. Centrale elettrica

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La Coldiretti boccia il progetto che dovrebbe riconvertire a carbone la centrale di Ottana in attesa dell'arrivo del metano. L'intervento scatena la dura reazione di Confindustria, Cgil, Cisl e Uil.
IL CASO «Siamo all'ennesima decisione calata dall'alto - attacca il presidente di Coldiretti Simone Cualbu - senza che si sia chiesto prima al territorio se è favorevole ad un simile progetto. Altre zone, in cui sono presenti centrali a carbone, stanno pagando a caro prezzo certe scelte. L'uso del carbone come prevalente fonte di combustione è ritenuta, avvalorata da studi epidemiologici ed ecologici internazionali, un grave fattore di peggioramento della situazione esistente sia per la qualità dell'aria con il previsto incremento nelle emissioni di anidride carbonica, sia per le altre emissioni che produrranno ulteriori effetti nefasti sull'ambiente naturale e agricolo, in un territorio come quello della piana di Ottana che basa la sua economia proprio sull'attività agricola, anche se molti fanno finta di ignorarlo». Dice il direttore Aldo Manunta: «Se qualcuno vuole puntare allo sviluppo del territorio portando il carbone a Ottana per mantenere in vita comparti ormai decotti a discapito del settore primario ci troverà sempre contrari: le produzioni agroalimentari con questa scelta rischiano di essere cancellate».
LA REPLICA Confindustria e sindacati esprimono disappunto per la presa di posizione di Coldiretti, «intervenuta - sostengono - con pregiudizio, senza conoscere il progetto di riconversione della centrale elettrica e senza una visione globale del contesto produttivo. Oltre a segnalare mancanza di rispetto verso le istituzioni e le parti sociali ed economiche, denota il solito atteggiamento antindustriale basato su una visione parziale e prevenuta dell'economia del territorio». Confindustria, Cgil, Cisl e Uil sostengono un'economia integrata dove settore agricolo e industriale convivano. «Come si fa a puntare - sostengono - sul solo comparto agricolo, che vale il 4 per cento del Pil regionale, mentre l'industria ne vale il 18 per cento?».

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