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L'unione sarda. L'occhio del grande fratello su conti correnti e depositi

Da domani banche e intermediari forniranno i dati

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Il faro del grande fratello fiscale è sempre più potente e da domani si arricchirà di un nuovo strumento: il Sid. L'acronimo di Sistema di interscambio dei dati altro non è che una nuova arma nelle mani del Fisco che potrà così andare a controllare la vita dei contribuenti passando attraverso conti correnti bancari, libretti postali e gestioni finanziarie. E da domani il rapporto tra il Fisco e gli istituti di credito oppure le Poste sarà invertito: fino ad oggi erano gli 007 dell'Agenzia delle entrate che chiedevano alle banche di poter effettuare un accesso ai conti per ulteriori verifiche, dopo l'avvio formale di un accertamento. Ora, saranno le banche a inviare i dati al cervellone dell'Agenzia delle entrate, dove poi ci sarà l'incrocio con le altre informazioni di cui il Fisco è già in possesso. E tutto questo si sommerà alle restrizioni, già operative, sull'uso del contante e alla necessità, spesso obbligo, di essere titolari di un conto bancario o di una carta di credito.
IL SID Da lunedì il Sid sarà operativo dopo che è stato messo a punto un sistema completamente automatizzato di trasmissione dei dati, seguendo così le prescrizioni piuttosto incisive dell'Autorità garante della privacy. L'Authority, infatti, è stata perentoria nell'indicare come gestire le informazioni che arriveranno a “Serpico”, il grande cervellone del “Servizio per i contribuenti”. «Il garante ha detto che per poter acquisire i dati dei conti dei cittadini, occorreva creare un interscambio autonomo rispetto a quelli attuali», ha spiegato il direttore dell'Agenzia delle entrate Attilio Befera, «un sistema che fosse completamente separato da tutti gli altri modelli di interscambio, che fosse cioè un'infrastruttura del tipo “application to application” senza intervento di personale umano. Questo sistema da lunedì è pronto e quindi siamo in grado di acquisire le informazioni dagli operatori finanziari».
LE INFORMAZIONI I dati che entro il 31 ottobre dovranno essere comunicati all'Anagrafe tributaria riguardano i conti correnti bancari, i conti deposito, i titoli azionari posseduti, gli investimenti finanziari dei clienti, compresi quelli effettuati con le società assicurative, e i rapporti con le fiduciarie. Una grande massa di dati che passerà automaticamente dai server degli intermediari finanziari (banche, società di gestione del risparmio, assicurazioni) al supercervellone dell'Agenzia delle entrate, dove nel frattempo sono già confluite altre informazioni. Sarà il grande elaboratore di Serpico a incrociare i dati bancari con quelli delle utenze telefoniche o idriche, con l'acquisto di un'automobile o di un'abitazione e soprattutto con le dichiarazioni dei redditi. Così niente sarà più anonimo: perché non solo le banche daranno i saldi dei nostri conti correnti, ma sarà possibile verificare anche se qualcuno incassa un assegno per un affitto non dichiarato oppure invia un bonifico per una prestazione lavorativa non fatturata. A questo punto, sarà poi un algoritmo a selezionare all'interno di Serpico gli scostamenti dei contribuenti e a inviare i dati agli 007 dell'Agenzia delle entrate, che così potranno lavorare su un elenco di potenziali evasori.
I CONTROLLI Befera ha assicurato che saranno presi in considerazione soltanto scostamenti tra reddito e spese che superano il 20% di quanto dichiarato, mantenendo ferme così le regole del redditometro. La speranza è che sia davvero così, anche per evitare ulteriori aggravi burocratici ai contribuenti, costretti altrimenti a giustificare il minimo passaggio di denaro nel conto corrente.
Una volta che il cervellone avrà individuato uno scostamento tra quanto speso e dichiarato o qualche altra anomalia, i funzionari dell'Agenzia delle entrate chiameranno a rapporto il contribuente che dovrà spiegare cosa è accaduto e fornire una giustificazione. Se la spiegazione non sarà ritenuta esaustiva, scatterà l'accertamento e saranno dolori, anche se dovrebbe essere messo in campo anche un tentativo di mediazione.
I DUBBI Restano tuttavia alcuni dubbi da sciogliere. Intanto, non è chiaro se per ora rimarranno fuori dai controlli i conti scudati, ossia quelli di persone che avevano capitali all'estero e li hanno riportati in Italia, dal momento che la normativa prevedeva per loro un salvacondotto. Se dovessero essere immuni alle verifiche, significa che il grande fratello non potrà accendere un faro sulle vere lobby finanziarie.
In secondo luogo, per ammissione dello stesso Befera, la nuova normativa fiscale rischia di provocare un ingorgo burocratico. «Il compito dell'Agenzia è complicato dall'eccessiva produzione di norme», ha sottolineato Befera, «negli ultimi cinque anni sono stati emanati 228 provvedimenti fiscali, se questo lo moltiplichiamo per i 40 anni di esistenza della riforma tributaria, si ha l'idea della confusione normativa». Se il sistema è confuso per Befera, figuriamoci per i contribuenti.
Giuseppe Deiana

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