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L'unione sarda. Ma Lai (Pd) ribadisce il no al governatore: «È solo propaganda»

Floris (Uds): Letta venga qui

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Tanto per far capire cosa pensa dell'appello di Cappellacci per la manifestazione di Roma sulla zona franca, Silvio Lai aggiunge alla sua agenda di domani un nuovo impegno: il segretario del Pd convoca gli alleati alle 15 a Cagliari per approvare il regolamento delle primarie di coalizione. Vertice al T-Hotel, poco prima dell'assemblea degli amministratori locali che alle 17 parleranno sempre di zona franca, ma a modo loro.
L'ACCUSA La risposta esplicita di Lai al governatore è invece affidata a un comunicato: «Chi governa le istituzioni - vi si legge - deve trovare le soluzioni praticabili, non vestire i panni del Savonarola. Gli si chiede chiarezza e non manifestazioni elettorali, mettendo in cattiva luce i sindaci che non aderiscono. Questo è grave e pericoloso oltre che ingiusto».
Nessun pregiudizio del Pd sulla zona franca, ma «vorremmo discutere delle cose da fare, non solo dei sogni. Quando il presidente della Regione vorrà parlare col governo nelle vesti istituzionali per difendere i diritti dell'Isola ci troverà nello stesso luogo, anche in anticipo, e senza divisioni, come abbiamo dimostrato sul patto di stabilità. Se invece ci chiama per la sua campagna elettorale, non pretenda che non lo vediamo».
LA REPLICA Una risposta «sprezzante, inspiegabile e faziosa», quella di Lai, secondo il capogruppo del Pdl Pietro Pittalis: «La risposta di chi interpreta un atteggiamento di parte e non di chi ha a cuore gli interessi della collettività. Il Pd rifiuta il dialogo con chiunque non appartenga alla sua cerchia, e con logiche da caserma tenta di costringere i propri sindaci a perdere la faccia dinanzi alla propria comunità, rimangiandosi la parola data e le delibere che hanno approvato. Auspichiamo che i primi cittadini del Pd abbiano un sussulto di dignità».
FLORIS (UDS) L'assessore degli Affari generali e leader dell'Uds Mario Floris vorrebbe che fosse il premier Enrico Letta a venire «al più presto» in Sardegna, per «ripristinare la correttezza di rapporti istituzionali, onorando gli impegni sottoscritti a più riprese dal governo». Secondo l'assessore «sarebbe assurdo dividersi sul metodo del confronto Stato-Regione, posto che sulla sostanza dei temi da affrontare (zona franca, continuità territoriale, trasporti, fiscalità di vantaggio, Equitalia) abbiamo «una visione comune e un'elaborazione avanzata che unisce saldamente forze politiche, imprenditoriali, sindacali e movimenti». (g. m.)

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