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L'unione sarda. Aumento Iva, mazzata per il vino

Nell'anno in corso si è registrato un calo del 4-5%. I produttori: sarebbe il colpo di grazia

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Il mercato del vino soffre e il colpo di grazia potrebbe arrivare con l'ennesimo aumento dell'Iva annunciato per luglio. L'incremento sarà dell'1%, ma a spaventare gli operatori è la somma di tutte le voci di costo che crescono.
TREND Nella prima metà del 2013, secondo le cantine sarde, il mercato interno ha visto una contrazione del 4-5%. Numeri non così negativi se paragonati al resto d'Italia dove il calo è stato del 7% soltanto nel primo trimestre. A resistere, per fortuna, è il mercato estero. «Forse non è una mazzata ma frena tutto il comparto», spiega Dino Addis, delle Cantine di Tempio e presidente sardo di Assoenologi. «È un costo aggiuntivo per le famiglie che si ripercuoterà su tutto il comparto agroalimentare. Oggi si consuma meno: dal pane al vino». Il problema per la Sardegna è legato al calo dei turisti: «Il settore alberghiero e della ristorazione rappresentano il nostro mercato interno ma senza viaggiatori i villaggi aprono in ritardo e si perdono interi mesi di soggiorno e quindi di consumi». L'auspicio è che l'incremento dell'Iva «non ci sia, perché tanto a pagare sono sempre i più deboli: consumatori e piccole aziende». Il problema «è quello di mantenere il rapporto qualità/prezzo per non perdere i clienti che nei momenti di difficoltà scelgono i prodotti meno cari, ovvero quelli a prezzi stracciati in arrivo da fuori», spiega Gianni Covone, direttore commerciale delle Cantine di Dolianova. «L'aumento delle tasse sarà un'arma che continuerà a minare la disaffezione dei consumatori. Invece dobbiamo cercare di legare il cliente a ciò che di unico può produrre la nostra terra».
EXPORT A soffrire, però, sono anche le grandi cantine. «L'Iva porterà un'ulteriore contrazione del mercato italiano, in crisi da un paio di anni. Sarà insomma il colpo di grazia», spiega Valentina Argiolas, responsabile marketing dell'azienda di famiglia. «Speriamo che il buon andamento dell'export (su cui l'Iva non incide) colmi la perdita». Gli ordini da Usa e Cina continuano a crescere anche se nel paese asiatico si annunciano nuovi dazi alle importazioni. Per Antonio Posadinu, responsabile delle relazioni esterne di Sella&Mosca, il calo è legato, oltre alla crisi economica, anche al decreto ministeriale entrato in vigore a novembre che impone pagamenti entro 30 o 60 giorni. «La norma è nata per tutelare i produttori che vedevano il saldo anche un anno dopo l'acquisto, ma ora la norma ci sta danneggiando: chi prima ordinava 100 casse, ad esempio, oggi ne chiede meno o non le prende tutte insieme». L'Iva, quindi, aggrava una situazione già difficile nonostante «di per sé comporti un piccolo aumento che però», conclude, «sommato a tutti gli altri rende il fardello molto pesante per i produttori e per chi acquista».
Annalisa Bernardini

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