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L'unione sarda. Corte dei conti: al direttivo niente indennità

BIM. Ricorso di Austis

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A quasi due anni dall'adozione della delibera del consorzio Bim Taloro che ripristina l'indennità agli amministratori, la Corte dei conti esprime il suo parere negativo. L'organo di controllo contabile risponde a un ricorso presentato dal sindaco di Austis, Lucia Chessa, presidente del consorzio Bim prima dell'attuale consiglio direttivo guidato da Giovanna Busia che adotta la contestata delibera sulle indennità. Il consorzio ha sede a Gavoi e riunisce diversi Comuni montani.
REAZIONI «Da presidente del Consorzio avevo abolito le indennità agli amministratori, la mia per prima e, a seguire, quella di tutti i componenti del direttivo - sottolinea Lucia Chessa -. L'attuale situazione di disagio dei nostri territori e i sacrifici richiesti ai cittadini sarebbero sufficienti a suggerire un atteggiamento di onestà e di sobrietà da parte degli amministratori che governano il Bim Taloro e, invece, è stato necessario l'intervento della Corte dei conti per spiegare loro che non sono più tempi di indennità». Il sindaco di Austis rinnova le sue critiche all'attuale direttivo, sostenuto da una coalizione che mette insieme esponenti del centrodestra e di La Base di Efisio Arbau. «È necessario - dice - una grande dose di arrogante impunità per produrre ancora atti illegittimi finalizzati alla erogazione a se stessi di risorse pubbliche che, ha chiarito la Corte dei conti, sono di tutti e debbono essere a favore delle comunità e non di coloro che in questo momento le amministrano».
IL DISPOSITIVO Nel suo parere l'organo di controllo richiama alcune disposizioni di legge sul fondo comune a disposizione dei consorzi: «È impiegato esclusivamente a favore del progresso economico e sociale delle popolazioni nonché a opere di sistemazione montana che non siano di competenza dello Stato». Commenta il sindaco di Austis: «Poco importa che ancora le indennità non siano state concretamente erogate. Anzi, è vergognoso ripristinarle comprensive degli arretrati. Questo temporeggiare conferma solo che è chiaro a tutti, anche a loro, che l'operazione indennità non è del tutto limpida».

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