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L'unione sarda. Amici scioccati: l'abbiamo visto morire

Tutti difendono Francesco: ma quali rave party, lui non ha mai preso niente di proibito

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«L'abbiamo visto morire, abbiamo capito subito che stava succedendo qualcosa di grave. Ma no, non volevamo crederci, siamo andati all'ospedale sperando di portarlo via da lì, con le sue gambe. Non volevamo fare allarmare i genitori». Gli amici di Francesco non se ne fanno una ragione. Ripercorrono ogni momento, l'arrivo dell'amico in spiaggia, in taxi. Poi le insistenze di tutti, perché non entrasse in acqua. «Ma lui è entratolo stesso, anche se noi non eravamo d'accordo. In spiaggia c'era freddo, lui invece non sentiva ragione. "Ho troppo caldo, devo entrare". E così ha fatto. Ma è uscito subito e si è rivestito. Poi siamo andati a ballare, lui è voluto rimanere fuori. Lo vedevamo di tanto in tanto, fino a quando il locale non ha chiuso, quattro ore dopo».
FESTA IN TRAGEDIA «Erano le sei passate quando lo abbiamo visto arrivare di corsa. Ha fatto una decina di metri, aveva il fiatone. Si è portato le mani al petto, "Mi fa male il cuore", ha detto. Uno di noi gli ha poggiato una mano sul torace e ha sentito il battito impazzito. Poi si è accasciato sull'asciugamano, ha singhiozzato, come se gli mancasse l'aria. Abbiamo pensato che stesse per rimettere, che forse aveva bevuto. Ma lui ha tirato gli occhi indietro e ha cambiato colore». Un'amica ha provato a dargli due schiaffi, per scuoterlo. Nessuna reazione.
SOCCORSI DISPERATI Il più coraggioso gli ha aperto la bocca, gli ha tirato fuori la lingua per impedirgli di soffocare. Un altro ha chiamato il 118. Francesco non rispondeva più. Quando è arrivato il medico gli amici hanno assistito atterriti alle iniezioni di insulina, ai colpi di defibrillatore. Minuti interminabili. Poi la folle corsa all'ospedale. Un gruppo di amici è corso all'ospedale: «Chiedevamo come stava, le infermiere cercavano di non rispondere. Volevamo riportarlo a casa». La prima ad arrivare è stata una zia. Dalle sue grida hanno capito.
«Francesco non avrebbe mai preso niente di proibito, non faceva uso di niente, forse sì ha bevuto qualcosa, ma chi non lo fa a una festa, in estate? E stava bene, fino a un attimo prima». In Rianimazione sono rimasti tutti fino a quando non sono arrivati i genitori. La famiglia di Francesco a Osilo è molto conosciuta e stimata. Padre e madre, un fratello e una sorella, gente onesta e lavoratrice. Il sindaco di Osilo ha cancellato tutti gli eventi per San Giovanni. Nessuna festa, tutto il paese è in lutto. Loro, gli amici, sono stati ascoltati a lungo dai carabinieri. Le chiacchiere facili sui rave party, le feste, l'alcol, le pastiglie, hanno preso subito a girare impazzite. «Ma Francesco non c'entrava niente con queste cose».
P. C.

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