Le sei ore di interventi del centrosinistra in Consiglio regionale sulle Province non passeranno alla storia come la maratona della senatrice texana contro la legge anti-aborto, ma sono comunque tutto quel che l'opposizione poteva fare. La maggioranza, davanti all'ostruzionismo, sceglie di azzerare i propri interventi: e così si assiste a un dibattito monocolore, che però difficilmente stopperà la legge.
Apre le danze Radhouan Ben Amara (Pdci): «Questa riforma è un inganno e mette in difficoltà i dipendenti delle Province, cui va la mia solidarietà». «È un atto di prepotenza», insiste Giuseppe Cuccu (Pd), che attacca i Riformatori: «La vera casta siete voi, la castixedda casteddaia ». «Volete spartirvi gli enti», accusa un altro democratico, Antonio Solinas. Molti gli interventi dei consiglieri che provengono dai territori dei quattro enti in via di eliminazione: sempre dal Pd, per esempio, il gallurese Elio Corda dice che «non è questa la soluzione per il problema degli enti locali». Franco Sabatini ricorda la battaglia dell'Ogliastra per separarsi da Nuoro: «Oggi si celebra un atto di vergognosa arroganza». Tarcisio Agus, ex sindaco di Guspini, rinfocola i timori di «una disattenzione per le zone interne che renderà l'Isola vuota al centro, come una ciambella».
Giuseppe Stocchino (Prc) taglia corto: «Non è questo il bene dei sardi». «Come mai non c'è altrettanta determinazione nel tagliare i cda degli enti?», polemizza Daniele Cocco (Sel).
Contro il commissariamento anche Claudia Zuncheddu (Sardigna libera), che pure era a favore della soppressione delle Province, «spesso utilizzate come luoghi di parcheggio politico. Ma serve un riordino complessivo». E pure Efisio Arbau (La base), che faceva parte del Movimento referendario: «Stiamo perdendo un'occasione, commissariare le Province non significa abolirle. È come buttare la palla in tribuna per perdere tempo». La legge, pronostica il sardista Paolo Maninchedda, «farà solo la fortuna degli avvocati. Si sta dimenticando che i referendum hanno anche cancellato i confini di tutte le Province». (g. m.)