Fare cultura a Nuoro si può. Ma la via più realistica per non soccombere alla mannaia della crisi è diversificare e remare all'unisono verso il Distretto culturale. Unanime l'appello e l'impegno delle forze in campo radunate l'altra sera a casa Deledda dal presidente dell'Isre Bruno Murgia: «Facciamo squadra, insieme raggiungeremo grandi risultati». A disegnare la tavola rotonda, i rappresentanti di quella che potrebbe diventare la task force dei beni materiali e immateriali culturali del capoluogo barbaricino e del territorio che lo circonda.
L'INCONTRO Presenti accanto a Murgia, il direttore dell'Etnografico Paolo Piquereddu, il presidente della Camera di commercio Agostino Cicalò, il sindaco Sandro Bianchi con l'assessore Leonardo Moro, Domenico D'Orsogna che in città guida il Decamaster sul Diritto della cultura, Lorenzo Giusti, direttore del Man, Franco Mannoni, fondazione Banco di Sardegna, Antonello Cuccu, Ilisso edizioni, Giancarlo Porcu, Maestrale, Maria Giovanna Serusi per il festival letterario “Isola delle storie” di Gavoi. Prove tecniche di quegli Stati generali lanciati come proposta da Moro: «Insieme al museo d'arte della Provincia pensiamo già di aver fatto un primo importante passo avanti con l'istituzione del biglietto unico che dà accesso al Man e al museo Tribu». A plaudire alla prospettiva lo stesso Murgia: «La gestione delle risorse deve essere necessariamente oculata, ma se creiamo dei circuiti comuni, concentrandoci anche sulle eccellenze e sui talenti locali, ne usciremo vincenti».
LA RICERCA DI FONDI Tutti concordi nel concludere che lo strumento più efficace per veicolare finanziamenti («in particolare quelli che ci mette a disposizione l'Europa», sottolinea Giusti) è la rete. Esigenza confermata dallo stesso Mannoni, rappresentante di un organismo che per tradizione sostiene volentieri i progetti della cultura. «È arrivato il momento di aggregare la domanda, programmare obiettivi comuni e studiare programmi fattibili», osserva. A rompere l'incanto ci pensa Cuccu: «Va bene tutto, ma a che serve avere dei bellissimi musei se poi l'architettura urbana fa orrore?».
Francesca Gungui