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La nuova sardegna. Ovodda si racconta con i costumi

A Ungrones de bidda la mostra sull’abbigliamento della tradizione popolare

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OVODDA Nel clima festivo che si viene a creare in una sagra, balli e canti rappresentano sempre un pezzo forte. Perché c’è tanta tradizione e elementi storici da mettere in mostra. C’è chi esegue antichi mestieri nel modo artigianale, con vecchi strumenti e tecniche, c’è chi ricorda le antiche usanze. Con questo spirito l’associazione e gruppo folkloristico Sotziu de ballu Orohòle in seno a Ungrones de Bidda allestisce la mostra dell’abbigliamento tradizionale di Ovodda, con costumi che raccontano trecento anni di storia. «Il costume non è più un’alternativa al vestiario moderno – spiegano i soci di Orohole – dal quale è stato soppiantato. Ma per noi e per molti ovoddesi resta un modo di ricordare il passato, di riconoscere il gusto e l’abilità di coloro che li hanno realizzati, creando con poco dei piccoli gioielli di sartoria, di apprezzare la loro bellezza e importanza». La mostra del Sotziu Orohòle è un luogo in cui i costumi più antichi sono valorizzati: privati della loro funzione di abiti quotidiani o festivi, spesso troppo delicati o logori, essi sono esposti per raccontare la loro storia. Quella di chi li ha indossati e quella di chi ora li custodisce gelosamente, come piccoli tesori, con l’orgoglio di mostrarli ancora a chiunque voglia prestare attenzione a ciò che hanno da raccontare. «È così – aggiungono i soci – che nel paese dei centenari, anche gli abiti che per tanto tempo sono stati con loro e ne hanno condiviso la vita, ricevono le dovute attenzioni». Riuniti in una delle cortes, i costumi sono come dei custodi del passato. (g.m.)

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