SORSO “De mortuis nihil nisi bonum”: dei morti niente si dica se non il bene. L'avrebbe usata anche per sé questa frase latina, Angelino Fiori, decano degli allenatori sardi di calcio e insegnante con laurea in Lettere e Filosofia. Era chiamato il professore perché capitava spesso che discutendo di tattica e giocatori, gettasse lì con ironia, una citazione o un aforisma. Accompagnata da una risata.
Nato a Sorso il 14 gennaio del 1946, ha deciso di togliersi la vita giovedì sera. Si è impiccato nella sua casa di Sorso, proprio durante la gara tra Italia e Spagna della Confederations Cup. Un gesto che lascia addolorati tutti quelli che lo hanno conosciuto. Nello sport e nella scuola. Un gesto sconcertante per chi lo ha sempre visto sorridente o arrabbiato, vigoroso nel dirigere allenamenti e partite, brillante nell'analisi delle gare, comunque mai dimesso. Angelino Fiori si teneva in forma con la corsa, ma la sua linfa vitale era il calcio. Una passione rimasta intatta dopo oltre mezzo secolo passato sui campi in erba o in terra battuta di mezza Sardegna. Forse c'è un dispiacere non legato al calcio dietro l'estrema decisione.
Viene difficile credere che fosse stato preso dallo sconforto per la mancata conferma sulla panchina dell'Usinese che era riuscito a salvare dalla retrocessione in un mese. Ennesima e ultima impresa di un tecnico colto ma fumantino, duro ma leale, che le situazioni del calcio le ha vissute praticamente tutte. Persino la Torres gli aveva dato un grande dispiacere. Nella stagione 2010/2011 lo aveva chiamato la squadra rossoblù per ridare vigore alla classifica di Eccellenza. Imbattuto dopo 16 partite senza sconfitte (32 punti) era stato esonerato.
Aveva incassato con stile, senza troppe polemiche, e si era congedato con una citazione: «Col presidente Lorenzoni discutevamo spesso di classici e quando mi aveva detto che non mi avrebbe mai esonerato gli ho ricordato quello che sentenziava Catullo: “Ciò che dice una donna all'amante appassionato scrivilo nel vento e nell'acqua corrente”. E la Torres è donna». Poi si era preparato ad una nuova chiamata. «Il maestro è uno solo», amava ripetere agli amici.
LA CARRIERA Breve ma intenso il decennio come calciatore. Il debutto nella sua Sorso nel 1962 (Eccellenza e serie D), poi Usinese e Ittiri in Promozione (capocannoniere con 24 reti) e ancora Thiesi (Eccellenza) e Sennori (Prima Categoria).
La carriera da allenatore è iniziata nel 1973, ancora nella sua Sorso, con la Kennedy. Tre anni dopo ha ottenuto il patentino di allenatore dilettanti a Sassari e con la Torres è stato vice-allenatore di Vanni Sanna dal 1979 al 1982, Nel 1984 ha preso il patentino da professionista a Coverciano. Ha guidato Sennori, Tempio e Malaspina. Approdato a La Maddalena ha portato l'Ilva addirittura in serie C2 nel 1989. E sempre nell'arcipelago ha vinto anche il campionato di Promozione nel 2001. Lunghissimo l'elenco delle formazioni sarde allenate. Vanno aggiunte Valledoria, Sorso, Tharros, Bosa, Esperia Sorso, Berchidda, Nuorese, Abbasanta, La Palma Alghero, Ghilarza e da ultimo ancora l'Usinese.
E naturalmente c'è stata la Torres nel campionato di Eccellenza 2010/2011. Una parentesi di quattro mesi dove venne accolto inizialmente con diffidenza (da avversario non era sempre amabile) ma seppe farsi apprezzare persino dai tifosi della Nord che gli riconobbero onestà e capacità di lavorare seriamente. E che nei forum si riferiscano ad Angelino Fiori come “vecchia gloria rossoblù” è il miglior riconoscimento che possa avere chi è transitato a Sassari. I funerali si svolgeranno domani alle 10.15 nella chiesa di Santa Monica a Sorso.
Giampiero Marras