Elicottero, esercito e scenario di guerra ieri a Mamoiada, dove gli artificieri sono costretti a intervenire per far brillare una bomba a mano trovata nella casa di un poliziotto, Massimiliano Magliacca, trasferitosi a Torino ma ancora proprietario dell'appartamento. Mistero sulle ragioni di quell'ordigno lasciato dietro il portoncino d'ingresso che per poco non ha fatto venire un infarto all'ufficiale giudiziario che se lo è trovato davanti.
UN ORDIGNO TRA I PIEDI Tutto parte da quella che sembrava una storia di ordinaria amministrazione: due giorni fa il funzionario dell'ufficio esecuzioni del Tribunale di Nuoro va a Mamoiada per il pignoramento di mobili e altri oggetti in un'abitazione posta sotto sequestro. Routine, all'apparenza. Aperta la porta, il funzionario si trova davanti quel congegno che per quanto ne sa potrebbe essere pronto a esplodere. Spaventato si precipita dai carabinieri della stazione e racconta quanto accaduto. I militari decidono che è meglio agire in riservatezza per non creare allarme nella popolazione. Così per tutta la giornata e la notte successiva presidiano in modo discreto la zona circostante in attesa che arrivino gli esperti dell'esercito per disinnescare il potenziale esplosivo.
NEGOZI CHIUSI La vicenda affiora solo ieri verso le 18 quando sul posto giungono gli artificieri: a quel punto i carabinieri della compagnia di Nuoro, coordinati dal capitano Marco Keten, intervenuti insieme ai colleghi di Mamoiada, attivano le operazioni di messa in sicurezza di un'ampia estensione che comprende edifici privati e pubblici, e fanno chiudere i negozi. Nel frattempo, al di là della zona rossa, la gente, incuriosita dal gran numero di soldati affaccendati, inizia a formare capannelli.
LE INDAGINI Fatto brillare l'ordigno, i carabinieri devono chiarire perché la bomba a mano si trovasse in quell'appartamento momentaneamente disabitato. Risposte che arriveranno soltanto nei prossimi giorni quando gli accertamenti dei militari dell'Arma saranno completati.
IL PRECEDENTE Il proprietario dell'appartamento nove anni fa era stato colpito da una sconvolgente tragedia. Era il 17 settembre del 2004 e suo figlio, che non aveva ancora compiuto quattro anni, morì a causa di un colpo partito dalla pistola d'ordinanza, una 7,65, che Magliacca aveva lasciato dentro un marsupio poggiato su un mobile del soggiorno. Il piccolo si era arrampicato su una sedia per raggiungere l'arma perché voleva giocarci e, afferratala, aveva forse poggiato accidentalmente il dito sul grilletto. Un gesto tanto innocente quanto fatale. Dopo il dramma Magliacca, che allora risiedeva a Nuoro in via Lollove, si era trasferito a Mamoiada dove ha abitato fino al 2006. In paese conduceva una vita piuttosto ritirata, racconta chi lo ha conosciuto: raramente lo si vedeva in giro con la moglie. Ora la coppia vive a Torino.
Francesca Gungui