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L'unione sarda. Province liquidate, l'ora dei ricorsi

Raffica di esposti al Tar. Pittalis (Pdl): «Pensano al potere»

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E ora? Nelle Province Gallura, Ogliastra, Sulcis e Medio Campidano (forse) dalla prossima settimana i presidenti saranno sostituiti dai commissari. Infatti, dopo la pubblicazione sul Buras (la Gazzetta ufficiale della Regione) della leggina approvata venerdì in Consiglio, il governatore Ugo Cappellacci sceglierà i dirigenti - rigorosamente in pensione, nel rispetto della spending review - da inviare negli enti intermedi in liquidazione. Martedì, in Giunta, la delibera delle nomine. Già circolano alcuni nomi: Roberto Neroni, ex direttore generale dell'assessorato ai Trasporti, Antonio Ghiani, ex commissario al Comune di Oristano, e Pietro Cadau, ex dirigente al Comune di Cagliari.
LO SCONTRO Ma l'opposizione di centrosinistra grida all'incostituzionalità della legge e domani dovrebbe incontrare un gruppo di avvocati per definire i ricorsi contro il commissariamento. Ricorsi che stanno per fioccare anche dai territori: dal Comune di Olbia e - come è stato deciso ieri - dalla Provincia di Cagliari, retta dalla vicepresidente Angela Quaquero dopo le dimissioni di Graziano Milia. Si salvano - in attesa della riforma di riordino degli enti intermedi, che dovrà essere approvata entro un mese e su cui il dibattito riprenderà mercoledì alle 10 - Sassari, Nuoro e Oristano. E le nuove Province, che faranno? Nelle prossime ore sono previsti incontri nel Medio Campidano, dove si deciderà per il ricorso. Possibili le iniziative di protesta. Ups e Upi, Unione delle Province sarde e italiane, nelle prossime ore chiederanno al governo di impugnare la legge alla Corte costituzionale.
LA MOTIVAZIONE «Viola palesemente la sentenza 48 del 2003 secondo cui gli eletti non possono essere deposti», attacca Roberto Deriu, presidente regionale dell'associazione. C'è poi un altro scenario: «Con la firma dei decreti di commissariamento, ogni singolo consigliere e le singole Province potrebbero presentare ricorsi al Tar sollevando l'incostituzionalità della norma». Infine un monito: «Ora», conclude Deriu, «giù le mani dallo Statuto». Sulla strada del definitivo scioglimento o meno degli enti intermedi il 23 luglio metterà voce anche il Consiglio di Stato. E potrebbe decidere di chiedere alla Consulta di valutare l'incostituzionalità dei referendum. Di sicuro al Tar andrà subito il Pd «per chiedere una sospensiva». Come informa il capogruppo Giampaolo Diana, «studieremo la strategia con un gruppo di costituzionalisti. Siamo certi che questa legge incostituzionale non durerà a lungo».
IL RICORSO CAGLIARITANO A Palazzo regio, sede della Provincia di Cagliari, la guerra è già iniziata proprio nel giorno dell'ultima seduta del Consiglio: «Presenteremo ricorso», ha annunciato Angela Quaquero: «Ogni azione che sarà avviata sul piano legale non costerà un centesimo alla collettività, sarà pagata da noi. L'azione legale sarà congiunta perché il commissariamento è un atto assolutamente arbitrario. È da un anno che aspettiamo la legge di riforma degli enti locali». Concetti ripresi dal presidente dell'assemblea Roberto Pili: «Consegnare a un commissario enti costituzionalmente garantiti rimanda a un'interpretazione disinvolta delle prerogative democratiche». Quindi il capogruppo Pd Stefano Delunas: «Ci occuperemo, da liberi cittadini, della legge di riordino».
IL CENTRODESTRA Ma dal comitato Sardegna Si cambia ribadiscono: «Dispiace constatare», osserva il deputato dei Riformatori Pierpaolo Vargiu, «che in una certa sinistra si annidino i veri conservatori, i restauratori. Quella sinistra che a Roma è a favore dell'abrogazione delle Province, ma a Cagliari sfida i sardi e si schiera a tutela delle caste che vogliono che nulla cambi». E Pietro Pittalis, capogruppo del Pdl, aggiunge: «Fermo restando che la vera sfida è quella del riordino degli enti locali, non è che il centrosinistra si agita perché, dando attuazione ai referendum e commissariando enti intermedi come quello di Cagliari, si sente privata della possibilità di gestire gli strumenti del potere?».
Lorenzo Piras

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