Sgravi fiscali, incentivi mirati, pagamenti regolari da parte delle Pubbliche amministrazioni, accesso al credito e semplificazione delle procedure burocratiche. È racchiusa in questo ventaglio di proposte la ricetta che, secondo Confartigianato edilizia Sardegna, può contribuire a frenare quella che appare come un'inarrestabile crisi del settore edile regionale. Un comparto composto da quasi 20mila aziende, di cui oltre 12.400 artigiane, che deve fare i conti con 4mila posti di lavoro andati in fumo nell'ultimo anno e 19mila - secondo fonti Istat - svaniti dal 2008 a oggi. Alla luce di un'analisi impietosa, la priorità per Sandro Paderi, nuovo presidente regionale di Confartigianato edilizia, è «salvare tutte le 19.885 imprese edili che stanno reggendo e che, con enormi sacrifici, hanno tenuto i 30mila addetti. Serve subito una terapia d'urto». Dalla fotografia sul settore scattata dall'associazione di categoria, oltre alla crisi economica generale, emergono una serie di aspetti che stanno contribuendo a martoriare chi opera in un settore che accomuna costruttori, produttori, rivenditori di materiali e impiantisti.
TROPPA BUROCRAZIA Non aiuta di sicuro la dilatazione dei tempi per ottenere autorizzazioni e permessi: lo scorso anno, a Cagliari, per avere una concessione edilizia - secondo una stima di Confartigianato edilizia Sardegna - ci sono voluti 252 giorni, con un divario - rispetto alla media dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) - di 109 giornate. Ci sono voluti 12 mesi, invece, per acquisire il via libera per nuove costruzioni (fonti Istat e Istituto Tagliacarne).
Preoccupante anche il dato sul calo che hanno registrato lo scorso anno le compravendite, anche se sembra che qualcosa si possa muovere nel mercato immobiliare nella seconda metà dell'anno in corso, e l'aumento dei prezzi per costruzione e ristrutturazione (+0,4% ad aprile scorso, rispetto allo stesso mese del 2012). Sugli aumenti incidono anche i costi per manodopera (+0,9%), materiali (+0,1%), trasporti (+0,9%) e noleggio (1,5%).
LE PROPOSTE Per aiutare il rilancio del settore «è necessario il varo di un piano per il recupero e la riqualificazione del patrimonio edilizio pubblico e privato», chiarisce Paderi, «oltre alla riduzione del cuneo fiscale sul costo del lavoro. Chiediamo alla Regione e agli enti locali che facciano di tutto per stimolare la domanda interna e per dar vita a una spirale virtuosa».
Eleonora Bullegas