NUORO «L'abusivismo rovina tutta l'economia e fa saltare ogni regola di mercato. In Sardegna non solo si produce contro le regole nei forni di casa il pane caratteristico, il carasau, il pistoccu o il pane 'e fressa, ma addirittura in molti vendono il prodotto anche porta a porta. Una concorrenza sleale che mette in ginocchio le attività che con sacrificio e in modo regolare cercano di costruire piccole, ma stabili realtà di produzione». Giampietro Secchi, presidente provinciale dei panificatori e vice presidente nazionale della Federazione italiana, vuol portare all'attenzione di tutti un problema che rischia di far collassare i 120 forni di pane tradizionale di Nuorese e Ogliastra.
LA PRODUZIONE «Il pane carasau di ottima qualità si ottiene utilizzando il lievito naturale, ovvero il lievito madre, la farina di grano duro. Possibilmente la cottura deve essere fatta nel forno con legna di olivastro. Il costo, per un prodotto così lavorato, si aggira intorno ai 6-7 euro il chilo, mentre il pane prodotto e venduto abusivamente lo si acquista a 4-5 euro il chilo. Bisogna mettere un freno a questo sistema ormai da anni consolidato. Buitoni e Motta hanno già provato a “rubare” la ricetta del nostro pane carasau. Per ora non ci sono riusciti, ma dobbiamo essere uniti se vogliamo difendere un prodotto che caratterizza da sempre la nostra terra e le tradizioni culinarie».
REAZIONI A OVODDA Ovodda è il paese del pane. La comunità ha fatto di questa tradizione alimentare un motivo di forza. «L'abusivismo è un fenomeno che esiste da sempre - dice Domenico Vacca, produttore di Ovodda e componente del direttivo Ascom -. Dovrebbe cambiare la mentalità della gente se davvero si vuole risolvere il problema. Negli ultimi anni in Sardegna hanno chiuso tantissimi forni di pane». Per Carlo Soru, giovane panificatore ovoddese, un altro problema che sconvolge il sistema è rappresentato dalla grande distribuzione: «Molti produttori abbassano i prezzi, a discapito della qualità e della sana concorrenza, pur di entrare nel mercato. In questo modo non solo non si dà valore al proprio lavoro, ma si vanificano i sacrifici degli altri».
Roberto Tangianu