MAMOIADA L'inchiesta aperta dalla Procura di Nuoro, dopo il ritrovamento nella casa di piazza San Sebastiano di una bomba a mano, è al momento a carico di ignoti. Nessun nome è per ora stato iscritto nel registro degli indagati dal pm Laura Taddei, titolare dell'inchiesta, ma chiaramente gli accertamenti vanno avanti per fare luce sui diversi punti oscuri della vicenda. Gli inquirenti vorrebbero capire come l'ordigno bellico sia finito in quella casa, visitata dall'ufficiale giudiziario che, nell'eseguire un pignoramento, si è trovato la bomba tra i piedi.
«NON NE VOGLIO PARLARE» Il proprietario, Massimiliano Magliacca, poliziotto della questura di Torino, dopo tanti anni trascorsi in servizio in Barbagia, aveva raggiunto il capoluogo piemontese il 28 giugno del 2011, quando la sua richiesta di trasferimento era stata accolta dal ministero dell'Interno. «Sinceramente - dice l'agente - non so nulla, quindi non mi sento di commentare in alcun modo la cosa. Attendo che mi vengano fatte delle comunicazioni anche da parte degli inquirenti perché sinceramente non so nemmeno cosa è stato trovato nella casa», ha detto Massimiliano Magliacca da Torino. «La prossima settimana verrò in Sardegna e capirò nei dettagli molte più cose».
IL GIALLO Al momento rimane dunque fitto dunque il mistero sulla presenza di quell'ordigno trovato dall'ufficiale giudiziario dietro il portoncino di ingresso di quella casa dove il poliziotto abitava. Casa in cui era in corso il pignoramento di mobili e altri oggetti. Certo a Mamoiada il massiccio dispiegamento di forze non è passato inosservato nel pomeriggio di venerdì quando per svolgere nella massima sicurezza la bonifica erano stati fatti chiudere diversi esercizi commerciali che si affacciano sulla piazza. E in tanti si chiedevano cosa fosse successo da giustificare la presenza di un numero così massiccio di carabinieri e militari dell'Esercito. Presto spiegata la presenza degli specialisti che hanno messo in sicurezza l'ordigno e poi lo hanno fatto brillare.
I FATTI Era stato il funzionario del Tribunale di Nuoro una volta aperta la porta della casa sotto sequestro giudiziario a notare la bomba e ad avvertire del pericolo i carabinieri della stazione. I militari a quel punto avevano deciso di agire secondo il protocollo e con la massima riservatezza affidando l'incarico di disinnescare l'ordigno agli artificieri. Ora la matassa da sbrogliare, al momento abbastanza complessa, passa alla Procura che ha delegato le indagini ai carabinieri. Agli inquirenti il compito di capire cosa ci facesse quella bomba nell'appartamento disabitato ed eventualmente chi avesse interesse a farla trovare.
Luca Urgu