Partecipa a labarbagia.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

L'unione sarda. Guiso e il maxi assegno

L'INCHIESTA. Mesina custodiva un titolo di credito del penalista nuorese

Condividi su:

Nel giorno in cui il Tribunale del riesame respinge la richiesta di scarcerazione avanzata dall'avvocato cagliaritano Corrado Altea, del boss di Sant'Elia Guido Brignone, degli orgolesi Raimondo Crissantu, Giovanni Filindeu e Giuseppe Mesina, e dei fratelli di Nurri Franco e Raffaele Pinna, si scopre perché l'avvocato nuorese Giannino Guiso è stato convocato in Procura, e interrogato come testimone, tre giorni dopo l'arresto di Graziano Mesina.
Nella valigetta trovata dai carabinieri durante la perquisizione dell'11 giugno scorso nella casa di Orgosolo che l'ex ergastolano divide con la sorella c'era un assegno. Cifra importante: 210.000 euro. Il titolo di credito era intestato proprio all'avvocato Guiso. Come mai lo custodiva Mesina (peraltro insieme a una mappa e alla foto del titolare di un'agenzia di vigilanza del sassarese)? I carabinieri hanno le prove che quell'assegno non ha nulla a che fare con il rapporto cliente-avvocato. Di lì un forte sospetto investigativo che per Guiso potrebbe tradursi nell'accusa di concorso in estorsione: poiché Mesina era particolarmente attivo in un'attività di recupero crediti che, per via delle minacce, si concretizzava in vere e proprie estorsioni, quell'assegno potrebbe essere stato consegnato - da Guiso al bandito graziato - proprio per l'incasso.
Così si spiega la straordinaria e urgente convocazione di Giannino Guiso al Palazzo di giustizia di Cagliari, sabato 17 giugno. In un'ora e mezza di interrogatorio, come persona informata sui fatti, il penalista ha sicuramente dato una risposta alle domande del pm Gilberto Ganassi. Ma il fitto riserbo che circonda questa tranche dell'inchiesta sul traffico di droga che ha portato in cella, insieme a Mesina, altre 25 persone per associazione a delinquere, non consente di saperne di più. Non si sa chi abbia firmato l'assegno ed è inutile chiedere come l'avvocato ne abbia giustificato la presenza nella valigetta di Mesina. «Questioni risibili», aveva detto Guiso in una recentissima intervista a questo giornale. Eppure, la sensazione è che il legale di Mesina rischi l'accusa di concorso in estorsione. Nel qual caso sarebbe costretto a rinunciare alla difesa dell'ex ergastolano. Si vedrà.
Intanto si registra il primo no del Tribunale del riesame di Cagliari alla richiesta di scarcerazione avanzata dagli avvocati Gianluca Aste, Beatrice Goddi, Federica Maccedda, Herika dessì, Daniele Condemi e Antonio Secci per Crissantu, Filindeu, Brignone, i Pinna, Altea e Giuseppe Mesina. La conferma dell'arresto di Filindeu ha una valenza particolare: i giudici hanno riconosciuto i gravi indizi di colpevolezza per l'associazione a delinquere capeggiata da Graziano Mesina. Per domani e per venerdì, sempre a Cagliari, è fissata la discussione degli altri ricorsi.
M. F. Ch.

Condividi su:

Seguici su Facebook