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L'unione sarda. In cinque anni fallite nell'Isola mille aziende

CNA. Pagamenti in ritardo

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La crisi è implacabile. Dal 2008 ad oggi in Sardegna sono fallite oltre 970 aziende registrate alle Camere di commercio. Soltanto nei primi cinque mesi del 2013, sono state ben 124 le imprese che hanno portato i libri in tribunale, sette in più rispetto allo stesso periodo del 2012 se si considera il complesso delle imprese iscritte a procedure concorsuali (fallimenti, liquidazione coatta, concordato o amministrazione controllata). Si tratta, in sostanza, di 1,3 imprese al mese ogni 10 mila attive iscritte ai registri camerali nel 2008 (da cui risultano esclusi liberi professionisti e imprese della pubblica amministrazione).
L'ALLARME A lanciare l'allarme è la Cna sarda che ha rilevato come la congiuntura negativa regionale negli ultimi anni abbia fatto aumentare «vistosamente» il numero di procedure concorsuali, passate dalle 77 del 2008 e le 107 del 2009, alle 251 del 2012. «Stando ai dati in nostro possesso», spiegano in una nota Bruno Marras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario della Cna regionale, «alla fine dell'anno in corso le imprese in fallimento potrebbero ancora aumentare senza un adeguato supporto».
I NUMERI Secondo l'indagine dell'associazione degli artigiani, il 46% dei fallimenti ha riguardato imprese di medio piccola dimensione (tra 2 e 9 addetti) e per quasi un terzo imprese con un unico addetto. Se si considera che il 96% delle imprese sarde ha meno di 9 addetti, in rapporto al 2008 è decisamente salita la percentuale di fallimenti tra le imprese con più di 9 lavoratori, arrivata al 4%: quasi 8 imprese al mese ogni 10 mila attive contro lo 0,6% tra le imprese più piccole.
L'EDILIZIA La ricerca della Cna Sardegna evidenzia una situazione più grave per le imprese del settore edile. «È una cosa che non sorprende più di tanto», spiegano Marras e Porcu: «È dal 2005 che il comparto delle costruzioni ha iniziato a perdere investimenti». Nel 2011, secondo i vertici della Cna il calo è stato del 7% a valori reali e nel 2012 (-2,6%) si è raggiunto il minimo degli anni 2000, ma ulteriori flessioni sono attese anche per il 2013. «La percentuale di fallimenti tra le imprese edili nel periodo 2008-2013 è pari al doppio rispetto al resto delle imprese regionali (1,2% contro lo 0,6%)», sottolineano Marras e Porcu. «È una condizione che rischia di aggravarsi in autunno, visti i ritardi e la preoccupante lentezza con cui le pubbliche amministrazioni liquidano i crediti alle imprese e l'ingorgo che si creerà a fine anno con scadenze fiscali e contributive che si concentreranno a novembre e dicembre», concludono i vertici della Cna regionale.
Lanfranco Olivieri

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