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L'unione sarda. «Non c'è alcuna alternativa al carbone»

OTTANA. Parla Clivati

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OTTANA Il carbone o si chiude, con 500 buste paga a rischio. La centrale elettrica è di nuovo nell'occhio del ciclone per un progetto, la riconversione a carbone al posto del costoso olio combustibile derivato del petrolio, che trova tante resistenze con l'opposizione dei sindaci di Ottana e Nuoro, di Coldiretti. Per Paolo Clivati non ha alternative.
I VANTAGGI A Ottana il carbone permetterebbe di competere ad armi pari nel mercato elettrico garantendo nel periodo transitorio il regime dell'essenzialità. Dice Paolo Clivati, patron di Ottana Energia: «A Fiume Santo il territorio chiede unitariamente a Eon di realizzare una nuova centrale a carbone, ma la società tedesca si rifiuta di investire risorse finanziarie. A Ottana c'è chi vuole investire e altri si oppongono. L'opposizione arriva da parte di chi mai è stato in fabbrica, è pregiudiziale. Si critica il progetto senza indicare cosa si vorrebbe fare in alternativa dei 500 posti di lavoro».
I SINDACATI Michele Fele della Cisl è categorico: «Occorre fare una scelta, l'industria con l'utilizzo del carbone oppure aggiungiamo 500 nomi alla lista dei disoccupati». Sulla stessa linea, a sostegno del progetto, Salvatore Pinna della Cgil e Felicina Corda della Uil. Il carbone costituisce l'alternativa al metano, dovrà essere utilizzato fino alla decisione finale di investimento sulla linea Galsi, posticipata al 2014.
IL PROGETTO Il ministero dello Sviluppo economico l'anno scorso impone, nelle more della metanizzazione della Sardegna, la presentazione di un piano di conversione consentendo alla centrale di Ottana di entrare, come Sassari e Sulcis, nel regime dell'essenzialità. L'unica scelta di conversione, in attesa del gas, per un periodo transitorio e nel rispetto dei limiti emissivi, può essere il carbone: l'olio combustibile è antieconomico. La conversione comporta un dimezzamento delle emissioni: la potenza totale di produzione si riduce, realizzata per un periodo transitorio. I poli energetici di Enel nel Sulcis e Eon a Fiume Santo funzionano a carbone e generano quasi l'80 per cento della potenza elettrica dell'Isola. Le lampadine nelle case sarde sono accese grazie a una centrale a carbone. ( f. o. )

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