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L'unione sarda. Matrimonio d'inferno

TORPÈ. Violenza sessuale e maltrattamenti, operaio a giudizio

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NUORO Una testimonianza sofferta che ha rievocato passo passo una vita matrimoniale d'inferno. Con il racconto della presunta vittima è entrato nel vivo ieri a Nuoro il processo a carico di un operaio di Torpè, accusato di violenza sessuale nei confronti di sua moglie e di maltrattamenti verso i due figli, entrambi minorenni all'epoca dei fatti contestati.
Di fronte al collegio presieduto dal giudice Luigi Demuro ha deposto proprio la moglie dell'uomo, presunta vittima delle violenze, seguita da un poliziotto e dall'allora comandante dei carabinieri del paese. La donna ha ricordato davanti alla corte per oltre un'ora, rispondendo all'esame del pm Luca Forteleoni e alle domande del controesame dei difensori (avvocati Pierangelo Trudda del foro di Sassari e Anna Rita Murgia del foro di Tempio Olbia), le sistematiche violenze subite dall'uomo sin dai primi anni Novanta, poco dopo il loro matrimonio. Una situazione esplosiva nelle mura domestiche che sarebbe andata avanti dal 2001 al 2006 quando i due si sono separati. Un lasso di tempo caratterizzato, secondo quanto ha ribadito in udienza la donna (costituitasi parte civile con l'avvocato Giovanni Gungui), dai tentativi dell'uomo di consumare rapporti sessuali, anche se lei non gradiva.
A Mulas - ha sempre riferito la ex moglie - bastava un nonnulla per perdere la calma e alzare le mani nei suoi confronti e verso i loro due figli. Il processo è stato rinviato al 10 dicembre quando verranno sentiti, tra gli altri, i figli della coppia.
Luca Urgu

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