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L'unione sarda. Stop della Consulta «Illegittimi i tagli delle Province»

Ups e Cal, raduno a Cagliari

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La Consulta ha dichiarato l'illegittimità costituzionale della riforma delle Province contenuta nel decreto Salva Italia («la Regione aveva presentato ricorso rivendicando la propria autonomia», ricordano dallo staff del presidente Ugo Cappellacci) e il loro riordino, che ne prevede la riduzione in base ai criteri di estensione e popolazione. Non è materia da disciplinare con decreto legge, ha stabilito. «La decisione non tocca la Sardegna», dice il deputato Pierpaolo Vargiu (Sardegna Si Cambia). Di diverso avviso Roberto Deriu (Ups): «Ora Cappellacci faccia rientrare anche la Sardegna nella legalità costituzionale». Il pronunciamento della Corte Costituzionale potrebbe comunque avere effetti sulla legge di riordino degli Enti locali presto in discussione in Aula. Bocciando, infatti, la cancellazione o l'accorpamento delle Province, la Consulta conferma l'istituto dei quattro enti storici in Sardegna (Cagliari, Nuoro, Sassari e Oristano) e, cassando la norma sull'elezione di secondo livello, impone di fatto una modifica per ripristinare l'elezione diretta di presidente e Consiglio.
LA RIFORMA SARDA Rinvio in Consiglio del dibattito sulla legge di riforma degli enti locali. Ma nel vertice di maggioranza, ieri, Pdl, Udc, Riformatori ed Mpa (non c'era l'Uds, ma è sulla linea degli alleati) hanno raggiunto l'intesa sulla piattaforma da portare in Aula. La proposta sarà aderente al referendum che ha sancito l'abolizione delle Province. «In attesa della riforma dello Statuto», recita una nota, «sarà approvato il riassetto di funzioni e competenze che supererà l'ente Provincia esaltando i Comuni». Nessun dipendente delle Province rischierà alcunché. Intanto i consiglieri delle Province commissariate s'incontrano oggi alle 10 all'Hotel Mediterraneo.

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