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L'unione sarda. Duemila test, nessun caso sospetto

LANUSEI. Nei controlli eseguiti dalla Asl l'anno scorso il morbo non è mai stato riscontrato

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LANUSEI Se la trichinellosi in Ogliastra c'è stata (sotto forma di scarti di macellazione o altro, come ipotizzato dalla Dda di Cagliari) lo ha fatto in maniera discreta. Talmente discreta da passare indenne alle migliaia di controlli messi in atto dalla Asl.
NUMERI RECORD Durante lo scorso anno i test eseguiti dai veterinari dell'azienda sanitaria di Lanusei sono stati moltiplicati oltre misura. Duemila controlli a domicilio contro i trecento degli anni precedenti. Complice dell'incremento è stato anche l'abolizione del ticket da otto euro che fino al dicembre del 2011 doveva essere pagato tramite bollettino postale per avere la visita a domicilio degli esperti. In nessuno dei duemila campioni prelevati è stata riscontrata la trichinella. Ma non solo. «L'istituto zooprofilattico ha eseguito test anche sulle carcasse di rapaci, donnole, martore e altri animali selvatici recuperati nelle campagne della provincia senza mai trovare traccia della malattia», assicura il manager Asl Francesco Pintus.
TRA I CACCIATORI La lotta al fantasma della trichinella è stata combattuta anche sul campo con cadenza settimanale. Nei giorni di caccia, i veterinari si presentavano nella sede di ogni compagnia venatoria per analizzare le prede della battuta. In tutto sono stati esaminati mille e duecento cinghiali, ma anche in questo caso, nessuno è risultato positivo al test. Dunque, mentre i camici bianchi conducevano la loro indagine sui campioni di carne, il Corpo forestale procedeva su un binario parallelo passando al setaccio le carte acquisite negli uffici dell'azienda ospedaliera ogliastrina.
LA MAPPA Sotto la lente dei ranger sono finite le segnalazioni dei loro stessi colleghi ai quali solo qualche mese prima la Regione, nell'ambito della lotta alla peste suina, aveva dato mandato di pattugliare il territorio alla ricerca di maiali clandestini. Ad ogni avvistamento doveva corrispondere una segnalazione alla Asl che, a sua volta, doveva inviare una richiesta al sindaco di competenza affinché ordinasse la cattura dei suini. Messe insieme, le segnalazioni del Corpo forestale hanno prodotto una mappa degli allevamenti bradi che ora potrebbe tornare utile alle indagini.
Dell'ipotesi investigativa dell'antimafia di Cagliari era a conoscenza la Procura di Lanusei che, nel frattempo, ha chiesto il rinvio a giudizio per un veterinario della Asl e un allevatore accusati di aver favorito la diffusione della peste suina.
L'ALTRA INCHIESTA Gabrielangelo Melis, veterinario dell'azienda sanitaria, avrebbe certificato in maniera illecita l'accreditamento dell'azienda suinicola di Daniele Mucelli che, a differenza di quanto attestato dal professionista, non avrebbe rispettato le leggi sull'allevamento dei maiali. Niente recinzioni, locali inadeguati e attrezzature inesistenti.
Il fascicolo del procuratore capo Domenico Fiordalisi è dell'autunno del 2011, quando la peste suina aveva provocato l'abbattimento di migliaia di capi mettendo in ginocchio le aziende d'Ogliastra.
Mariella Careddu

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